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Questo articolo è stato pubblicato il 02 aprile 2011 alle ore 19:11.

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I super bonus ai top manager in tempi ancora difficili per l'economia e l'occupazione non sono appannaggio esclusivo dei banchieri, negli Stati Uniti. L'auto, per esempio. I risultati premiano Ford: la casa dell'ovale blu è tornata a nuova vita sotto la guida di Alan Mulally, in sella dall'ottobre del 2006. Ed ecco che il chief executive ha prontamente visto salire il proprio compenso totale nel 2010, addirittura del 48%, a 26,5 milioni di dollari. Certo, a differenza della big bank Goldman Sachs, però, che ha premiato il suo ceo Lloyd Blankfein nonostante un sensibile calo dei profitti, Ford l'anno scorso ha vantato la miglior performance da dieci anni in fatto di utili: 6,6 miliardi, dopo i 2,7 del 2009 che seguivano, non dimentichiamolo, tre anni disastrosi durante i quali le perdite avevano raggiunto la stratosferica cifra di 30 miliardi.

Nel 2010 Ford ha sorpassato perfino Toyota in quanto a vendite negli States, tornando al secondo posto. E proprio ieri i dati più recenti hanno fotografato il passaggio al primo posto davanti a Gm per vendite in marzo, fatto che aveva un solo precedente, nel lontano 1998. Operazione turnaround pienamente riuscita, quindi, visto che la casa automobilistica di Auburn Hills ha attraversato la burrasca della recessione senza neppure chiedere quattrini al governo, che invece ha salvato con denari pubblici sia General Motors che Chrysler, tuttora in fase di rilancio grazie alle cure di Sergio Marchionne e Fiat.

Il premio a Mulally, però, e quelli al top management del gruppo (compreso il presidente esecutivo Bill Ford, che ha percepito complessivamente 26,4 milioni, incluso lo stipendio da quasi 5 milioni, effetto del recupero di compensi messi in freezer nel 2008 e 2009 in attesa che il gruppo tornasse all'utile) hanno scatenato le ire del sindacato. Il presidente della United auto workers (Uaw), Bob King, ha detto chiaro e tondo che la maxi-busta paga di Mulally, comprese le famigerate stock option (al prezzo corrente e prima delle tasse un pacchetto da 58 milioni per Mulally e uno da 43,8 per Ford) , è «scandalosa» e «moralmente sbagliata» in un momento in cui il compenso dei lavoratori della Ford può arrivare anche a soli 15 dollari l'ora. (Al.An.)

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