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Questo articolo è stato pubblicato il 12 aprile 2011 alle ore 10:45.

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Rinnovato il board di Telecom Italia. La maggioranza a Telco. La Findim di Fossati resta fuori (Ansa)Rinnovato il board di Telecom Italia. La maggioranza a Telco. La Findim di Fossati resta fuori (Ansa)

L'assemblea degli azionisti di Telecom Italia ha votato sì all'approvazione del bilancio 2010. In assemblea, al momento del voto, erano presenti soci in rappresentanza del 50,04% del capitale e il via libera è arrivato a larga maggioranza: contro l'approvazione del bilancio si è espresso il 10,47% del capitale rappresentato, mentre lo 0,43% ha deciso di astenersi.

Gabriele Galateri di Genola ha aperto i lavori della sua ultima assise quale presidente del gruppo tlc. Galateri, infatti, è da poco stato designato quale nuovo presidente di Generali. I soci presenti nell'auditorium, a metà giornata, sono saliti a 100, rappresentando il 50,13% delle azioni. In avvio dell'assise degli azionisti, leggendo il libro soci, Galateri ha ricostruito la mappa dell'azionariato. Telco detiene il 22,402% del capitale, Findim il 4,989%, Brandes il 4,015%, Blackrock il 2,887%, Alliance Bernstein il 2,065% e Bnp Paribas il 2,531 per cento.

La prima parte dell'adunanza ha visto gli interventi del management: Galateri ha ricordato che la Telecom «del prossimo triennio che avete davanti a voi è un'azienda più sana ed equilibrata». Dal canto suo il ceo Franco Bernabé ha sottolineato l'importante risultato di aver fatto «chiarezza sul ruolo della rete». «Non intendiamo rinunciare - ha detto - al nostro ruolo centrale di imprenditori dell'infrastruttura di rete. (...) Intendiamo mantenere la gestione operativa dell'attività».

Gli obiettivi sul debito
Bernabè, inoltre, ha ricordato il risultato raggiunto sul fronte del debito, ridotto di quasi 4,5 miliardi, con un rapporto debito/ebitda che «tende ad avvicinarsi a quello dei competitor internazionali». L'obiettivo è ridurre il debito «a 25 da 31,5 miliardi». Secondo il manager nell'arco dei prossimi
anni verranno registrati 12 miliardi di cassa netta. Sul fronte della riduzione dei costi il ceo ha confermato di voler arrivare a ridurre «al 64% il rapporto tra costi e ricavi nel 2013, dal 67% del 2010».

Rispetto alla vicenda di Luca Luciani, indagato dalla Procura di Milano nell'ambito dell'indagine sulle sim false, e candidato dai soci Telco a ricoprire la carica di futuro direttore generale del gruppo, Carlo Marchetti ha sottolineato (in risposta alla Consob) che «non c'è necessità di intraprendere provvedimenti "urgenti" e "sommari" nei suoi confronti».

Findim e Asati contro l'approvazione del bilancio
Al di là di queste, pur rilevanti, questioni l'attesa dell'assemblea ovviamente era per le possibili schermaglie tra i diversi azionisti e consiglieri. Il «la» l'ha dato la Findim di Fossati che deciso di votare contro l'approvazione del bilancio 2010 «perché carente - ha affermato un rappresentante della finanziaria- delle informazioni obbligatorie per capire le esatte relazioni di controllo» tra Telecom e i suoi azionisti, in particolare Telco.

Anche l'Asati, associazione dei piccoli azionisti di Telecom Italia, ha deciso di votare contro l'approvazione del bilancio. «Questo è un voto contro il cda - ha detto il rappresentante Franco Lombardi - al di là di qualche voce fuori dal coro il consiglio è bloccato da azionisti litigiosi, che non sanno nemmeno quello che vogliono».

Findim non avrà nemmeno un rappresentante nel cda di Telecom. La lista di Telco ha preso la maggioranza dei voti (pari al 46,89% dei presenti) e Assogestioni ha raccolto il 39,35% dei consensi aggiudicandosi tre posti in cda sui 15 disponibili. Entrano dunque per i fondi Luigi Zingales, Ferdinando Beccalli Falco e Francesco Profumo.

L'indipendente Zingales chiede altre indagini su Sparkle
Sulla questione dell'affaire Sparkle, è inoltre intervenuto il consigliere indipendente Zingales: il progetto Greenfield non basta, ha detto, «servono ulteriori approfondimentii» in particolar. Secondo il consigliere, che ha votato contro la decisione del cda di non portare in assemblea la richiesta di un'azione di responsabilità nei confronti della passata gestione, l'indagine deve proseguire. «Auspico che il cda affidi ai consiglieri indipendenti il compito di incaricare professionisti di loro fiducia per una completa 'review»' ha aggiunto.

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