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Questo articolo è stato pubblicato il 13 aprile 2011 alle ore 08:23.

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Telco resta in maggioranzanel nuovo board TelecomTelco resta in maggioranzanel nuovo board Telecom

Telco in minoranza e Findim fuori dal board. L'introduzione del record date rivoluziona il tran-tran delle ultime tre assemblee Telecom che avevano visto sempre prevalere la cordata Telefonica, Mediobanca, Generali e Intesa Sanpaolo, che oggi detiene il 22,5%. Telco è riuscita comunque a piazzare tutti e 12 i suoi consiglieri, ma la sua lista ha ottenuto solo il 46,89% del 50,15% del capitale presente, cioè un punto percentuale del capitale in più rispetto alla sua quota. Assogestioni ha fatto il pieno con il 19,73% (39,35% dei presenti), tirando la volata ai suoi candidati – Luigi Zingales (riconfermato), Ferdinando Beccalli Falco e Francesco Profumo – che hanno occupato tutti e tre i posti riservate alle minoranze. La lista della famiglia Fossati – che oltre alla propria quota del 4,9% ha potuto contare anche sull'appoggio di Asati (0,56% dichiarato) e su qualche voto istituzionale per arrivare a un totale del 5,86% – è rimasta a secco, rispetto ai due amministratori che esprimeva nel cda uscente, e nonostante Findim sia il primo singolo azionista al di fuori di Telco. «Impensabile tenere fuori dal board una famiglia industriale come i Fossati – ha commentato Sergio Cusani prendendo parola nell'adunanza dei soci – Va trovata una soluzione».


Duro l'intervento del rappresentante Findim in assemblea, Alberto Toffoletto, che ha contestato la completezza del bilancio Telecom – «manca delle informazioni obbligatorie per consentire a soci e parti terze l'esatta comprensione delle relazioni di controllo» – e bocciato la proposta di esentare i membri del cda dal divieto di concorrenza. Findim, insieme ad Asati, ha votato contro il bilancio e, secondo indiscrezioni, si preparerebbe ora a dar battaglia a oltranza, chiedendo ogni piè sospinto la convocazione di un'assemblea per discutere delle criticità che non potrà contestare nel board non essendo più presente.


«Spiace per Findim, ma queste sono le regole», ha osservato il presidente Gabriele Galateri. Mentre l'ad Franco Bernabè, a margine, ha ammesso che forse si dovrà fare un ragionamento tutti insieme a conclusione della campagna assembleare, dal momento che l'alta affluenza di investitori istituzionali alle assemblee è da considerare strutturale e non solo episodica.

A parte la gara per il board, che ha catalizzato le tensioni in assemblea, altro tema che ha tenuto diffusamente banco sono state le polemiche sul passato, sul perchè e per come non si sia dato corso alle azioni di responsabilità, sulle azioni di recupero dei danni, sulle indagini in corso sulle Sim false che sfiorano anche l'ad di Tim Brasil, Luca Luciani. Senza risparmiare contestazioni – respinte dal vertice del gruppo – all'ad designato Marco Patuano e al responsabile dei controlli interni, l'ex colonnello della Finanza Federico D'Andrea. Mentre Zingales è tornato a sollevare il caso Sparkle. Rispondendo a una richiesta Consob, sulla posizione di Luciani, designato alla carica di direttore generale per l'America latina dai soci Telco, Telecom ha precisato che il cda (assenti Cesar Alierta, Julio Linares, Paolo Baratta, Roland Berger e Tarak Ben Ammar) ha «escluso di intraprendere azioni» contro l'ex direttore della telefonia mobile domestica, considerato lo «stato embrionale del procedimento nei suoi confronti», «l'opportunità che la società acquisisca piena e formale contezza delle indagini in corso», «la non necessità di provvedimenti urgenti e sommari». Bernabè ha però comunicato che Telecom ha chiesto a Pirelli il risarcimento di somme fatturate al gruppo per servizi di esclusivo interesse della Bicocca (si tratterebbe di una cifra simbolica: 1,2 milioni) e di aver rinegoziato i contratti di affitto in scadenza relativi a immobili partecipati dall'ex Pirelli Re, ottenendo finora un risparmio di 20 milioni.

Oggi a mezzogiorno si riunisce il cda Telecom per distribuire le deleghe. Da chiarire ancora l'ampiezza dei poteri della presidenza esecutiva che Telco vuole affidare all'ad uscente Franco Bernabè (per esempio, a chi spetterà la competenza sulla rete?) e da discutere ancora l'opportunità di procedere comunque, nonostante le indagini in corso, alla promozione di Luciani. Il presidente uscente Gabriele Galateri, che è destinato al vertice di Generali comunque resta in consiglio, ieri ha salutato i soci nella sua ultima assemblea con il cappello Telecom, sottolineando che lascia un gruppo «più sano, più equilibrato, più normale sotto tutti i punti di vista», grazie anche a «una governance stabile, forte ed efficace».

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