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Questo articolo è stato pubblicato il 13 aprile 2011 alle ore 08:23.

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(Corbis)(Corbis)

Cosa implica una ristrutturazione del debito? «È una sorta di default. In questi casi ci sono più modi di procedere - sottolinea De Gaetani -. Può essere deciso un taglio del valore nominale comportando una perdita secca dell'investimento oppure si può allungare la scadenza dei bond esistenti. In ogni caso per l'investitore la ristrutturazione del debito è sinonimo di perdita».

Occasioni in Portogallo e Irlanda
Diverso invece il quadro in Portogallo e Irlanda. «A mio avviso - continua De Gaetani - una ristrutturazione del debito di questi paesi nel giro dei prossimi due anni è impossibile perché in questo arco temporale si dovrebbero dispiegare gli effetti del piano di salvataggio dell'Unione europea che punta proprio a far ripartire l'economia dei due Paesi. Per questo motivo, pur restando nell'ambito di un profilo di rischio medio-alto e pur limitando l'investimento a un 10% del totale del portafoglio, ci sono titoli - come i bond portoghesi con scadenza nella prima metà del 2012 che offrono un rendimento del 7% o i titoli irlandesi con la stessa duration che pagano tra il 4 e il 5% - che possono rappresentare una buona opportunità di investimento».

«Per lo stesso motivo sono da evitare investimenti in titoli di Portogallo e Irlanda con scadenze superiori ai 3 anni perché a quel punto l'investimento diventa molto più rischioso perché i bond escono dal periodo temporale protetto e non è da escludere a quel punto un piano di ristrutturazione».

Tra le opportunità - indica Drusiani - anche i bond irlandesi con cedola 4 per cento e scadenza 30 novembre 2011 che al momento offrono un rendimento del 3,38% lordo. Lo stesso conferma che i Pigs, presi con le pinze e le scadenze giuste, possono essere un'occasione. «La composizione di un portafoglio titoli, per quanto il risparmiatore sia votato a un'assunzione di rischi molto bassa, non dovrebbe trascurare completamente le opportunità che offrono strumenti ad elevata redditività teorica. Questa strategia, naturalmente, si sposa con una maggiore rischiosità della politica di gestione, ma, al tempo stesso, dovrebbe permettere al portafoglio stesso di godere di un rendimento medio superiore». Un po' più pessimista l'impostazione di Davide Pasquali, presidente di Pharus Sicav: «Se proprio si volesse investire nei Pigs suggerirei le scadenze brevi, massimo 2 anni, a parte la Grecia che è a forte rischio di ristrutturazione del debito, anche nei prossimi 6-12 mesi. Per un investitore con un profilo di rischio medio investirei al massimo il 15% con la consapevolezza che questo 15% potrebbe essere rimborsato non fra 2 anni ma tra 10-15».

Spagna fuori dai Pigs?
Un discorso a parte merita la Spagna dato i rendimenti dei bond sono decisamente più bassi rispetto a quelli di Portogallo, Grecia e Irlanda. Ne consegue che al momento i mercati non considerano il debito spagnolo tra quelli più a rischio dell'Eurozona. I bond di Madrid, peraltro, sono più cari di circa 40-50 punti base sulla varie scadenze rispetto ai bond dell'Italia (consulta la mappa completa dei rendimenti dei bond governativi). Italia che in alcune circostanze è stata inclusa nell'acronimo Pigs (trasformato per l'occasione in Piigs). «Dietro la denominazione "Piigs" nata nel 2010 si cela il pericolo che i cinque stati riassunti nell'acronimo vengano considerati in modo del tutto indifferenziato - spiegano gli esperti di Raiffeisen capital management -. Attualmente la situazione della Spagna in particolare, ma anche dell'Italia, è molto migliore di quella della Grecia, dell'Irlanda e del Portogallo. In tal senso in futuro forse si parlerà con maggior frequenza degli stati Pig».

Riepilogando...
Quindi a detta dei gestori i Pig (e non più i Pigs) possono oggi rappresentare una via interessante per andare a caccia di alti rendimenti nel breve periodo, puntando, se si rientra in un profilo di rischio medio-alto, una piccola fetta del portafoglio. E solo su titoli la cui scadenza è il più lontano possibile dalla scadenza del piano di rimborso degli aiuti europei. Perché più ci si avvicina a tale soglia maggiori sono i rischi che il Paese, una volta uscito dalla "protezione temporale del fondo salva-Stati", possa cadere in una ristrutturazione del debito. Ipotesi che si tradurrebbe in una perdita secca per l'investitore.

Aspetti fiscali di un investimento nei Pigs bond
A tal proposito «non va dimenticato che le emissioni con durata inferiore ai 18 mesi comportano che i redditi prodotti siano assoggettati ad imposta del 27% - spiega Drusiani -. In più, e questo vale per tutte le emissioni, i titoli di Paesi esteri subiscono una ritenuta alla fonte che si somma alla nostra tassazione, salvo che l'investitore non chieda, prima dell'acquisto, l'adesione alla normativa contro la doppia imposizione».

(Questo articolo non costituisce sollecitazione al risparmio)

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