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Questo articolo è stato pubblicato il 01 maggio 2011 alle ore 14:28.

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«Derivati, più vigilanza dalle Authority»«Derivati, più vigilanza dalle Authority»

«È doveroso denunciare il problema delle dimensioni che le operazioni su derivati stanno assumendo. Soprattutto sull'opacità e sulla qualità del sottostante questi contratti, le autorità di controllo devono fare maggiori approfondimenti». Antonio Catricalà, presidente dell'Antitrust, interviene nel dibattito sui derivati all'indomani dell'indagine aperta da Bruxelles sull'ipotesi di abuso di posizione dominante nel mercato Credit default swap. «Bene ha fatto Bruxelles a intervenire. Se ci saranno aspetti che riguardano l'Italia saremo interpellati e collaboreremo con l'antitrust europeo - annuncia Catricalà -. La natura dei Cds è stata modificata: sono nati come coperture assicurative sui rischi, vengono ora venduti come prodotti autonomi che possono diventare volano della speculazione». L'Antitrust italiano, però, ha le armi spuntate in materia finanziaria. «All'indomani del crack Lehman avviammo un'indagine sulle banche italiane coinvolte, ma abbiamo dovuto rinunciare - chiosa –. Speravamo di avere un potere residuale in tema di tutela del consumatore, ma il consiglio di Stato ha sancito che le competenze in materia di trasparenza finanziaria e di applicazione della direttiva Mifid sono prerogativa della Consob». L'authority però non demorde e, laddove può, rientra in campo con le competenze sulle intese restrittive della concorrenza: è quanto sta accadendo sul caso Lehman.

Presidente, condivide l'allarme sui derivati?
È doveroso e opportuno sollecitare maggiore attenzione. Fa bene il governatore Draghi a denunciare l'esistenza del rischio e fa bene Il Sole 24 ore a tenere alta l'attenzione. Esiste un problema di opacità delle negoziazioni sui derivati e di chiarezza del sottostante. Aspetti che necessitano di maggiori approfondimenti da parte delle autorità. I crediti default swap, nati per temperare il rischio di determinati investimenti mobiliari, hanno assunto una valenza autonoma e vengono venduti in modo autonomo: la funzione originaria l'hanno persa e potrebbero costituire il volano per manovre speculative. È necessaria una stretta sorveglianza soprattutto quando i derivati sono offerti in strumenti finanziari cui possono fare ricorso anche i non addetti ai lavori.

Si riferisce agli Etf (fondi che replicano gli indici) che in parte investono in swap?
Sì. Usano i soldi dei risparmiatori, per cui il rischio per loro diventa eccessivo e ci deve essere una sorveglianza più forte, maggiore di quella che c'è stata. Ma ci vuole attenzione anche sui nuovi subprime, che hanno alla base i crediti delle carte di credito e i crediti al consumo.

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