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Questo articolo è stato pubblicato il 07 maggio 2011 alle ore 08:15.

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Moody's declassa Intesa (Reuters)Moody's declassa Intesa (Reuters)

Moody's taglia il rating di Intesa Sanpaolo portandolo da Aa2 a Aa3, ossia un gradino sotto, e fissando l'outlook a stabile da negativo. Lo fa a sorpresa, a distanza di qualche settimana dall'annuncio dell'aumento di capitale, e lo giustifica con i timori legati a un indebolimento della redditività e al possibile deterioramento della qualità dell'attivo.

Due aspetti che, secondo l'agenzia di rating, di fatto sarebbero «maggiormente compatibili con un giudizio C+» in termini di solidità finanziaria (Bfsr) dell'istituto. Valutazione paragonabile a un rating A2, ossia inferiore di due "notch" rispetto a quanto realmente riconosciuto al debito di Intesa Sanpaolo. Ciò come conseguenza dell'eccessiva esposizione e concentrazione dell'istituto in Italia. Fattore che, secondo l'agenzia, potrebbe frenare le ambizioni di recupero della redditività auspicate da Ca' de Sass. Per il 2013 Intesa Sanpaolo si aspetta un profitto netto di 4,2 miliardi di euro, superiore del 55% a quanto registrato nel 2010 (2,7 miliardi).

L'incremento potrebbe essere garantito dal fatto che un prossimo aumento dei tassi di interesse potrebbe guidare l'ascesa della marginalità. Tuttavia, il rischio è che tutto ciò si scontri «con la modesta crescita e le prospettive incerte dell'economia italiana», che giustificano anche l'outlook stabile. Insomma, lo stato di salute generale del paese, complice il forte radicamento della banca sul territorio, è uno degli elementi che ha contribuito a far scattare il taglio del rating a un livello intrinseco di C+. Livello che in realtà poi Moody's aggiusta fino a portarlo a Aa3, ossia B, in ragione di alcuni fattori positivi che migliorano il profilo complessivo della banca. Tra questi sono comprese «le attese di un supporto del sistema» in caso di necessità e evidentemente il sostegno dei soci alla banca. Due considerazioni, in particolare la prima, che hanno assicurato a Intesa due notch in più rispetto al rating Bfsr C+, in linea peraltro con quanto garantito da Moody's ad altri istituti europei, quali Bnp Paribas o il Santander. Meno, però, di quanto assegnato a UniCredit che grazie al supporto del sistema paese viene posizionata tre gradini sopra il rating intrinseco, Mps addirittura quattro.

La differenza di trattamento potrebbe essere una conseguenza del fatto che, rispetto al posizionamento di Intesa nel Paese, l'agenzia si sente in dovere di mantenere una posizione più conservativa riguardo ai benefici del supporto sistemico. Non a caso, secondo Moody's, in futuro l'istituto dovrà affrontare «sfide significative» per raggiungere il livello di redditività che si è prefissata nel piano strategico. La Borsa non ne ha comunque fatto un dramma, tanto che il titolo ha chiuso in rialzo dell'1,13% a 2,15 euro.

D'altra parte, è anche vero che l'agenzia di rating ha giudicato «positivamente» l'aumento di capitale di 5 miliardi di euro annunciato dalla banca e funzionale a rafforzare la struttura patrimoniale di Ca' de Sass in vista di Basilea 3. Un aumento rispetto al quale ieri il presidente del consiglio di sorveglianza, Giovanni Bazoli, in un colloquio con Radiocor, si è espresso con toni particolarmente fiduciosi: «Riusciremo ad anticipare i tempi, anche le Fondazioni minori si stanno orientando a sottoscriverlo».

Sui tempi della ricapitalizzazione Bazoli ha aggiunto: «L'avvio dell'operazione era previsto per giugno ma partiremo prima. Si tratta di un'operazione importante, da 5 miliardi. Il solo fatto che Intesa Sanpaolo abbia deliberato questo aumento ha rappresentato un po' una svolta nel sistema perché è a tutti chiaro che la nostra banca, anche in base al programma triennale, era assolutamente in grado di ottemperare a tutte le richieste di patrimonializzazione previste da Basilea 3». Il banchiere non si aspetta comunque l'ingresso di nuove Fondazioni piuttosto ha sottolineato che «è già molto importante che quelle presenti nel capitale, e non solo le cinque più importanti, ma anche le minori si stanno orientando a sottoscriverlo».

Al punto che, ha concluso Bazoli: «Mi sono definitivamente convinto dell'opportunità di questo aumento di capitale quando ho sentito che le Fondazioni erano disponibili a farlo. Si tratta di soci di medio-lungo periodo, per noi molto importanti».

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