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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2011 alle ore 13:38.

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Grecia, i ministri finanziari si danno una settimana di tempo per trovare la soluzione alla crisi(Epa)Grecia, i ministri finanziari si danno una settimana di tempo per trovare la soluzione alla crisi(Epa)

Sulla risposta dell'Eurogruppo però non ci sono conferme, la situazione è piuttosto confusa e il 'puzzlé non é ancora composto. La Grecia avrebbe bisogno di una trentina di miliardi di euro per fronteggiare la scadenza di titoli per 33 miliardi l'anno prossimo. Quest'anno i titoli in scadenza ammontano a un valore di 22 miliardi, ma non c'è un problema di finanziamento perché la Grecia é già sotto perfusione avendo ottenuto giugno un anno fa un primo aiuto da 110 miliardi di euro le cui 'tranche' vengono sborsate ogni tre mesi. Atene ha già ottenuto uno sconto anche sulle condizioni del prestito con scadenze allungate a 7 anni e mezzo dai tre anni precedentemente concordato. Come contropartita il governo aveva definito nuove misure economiche, affinate venti giorni fa, il cui pilastro è costituito dalle privatizzazioni per 50 miliardi pari al 18% del pil. E' proprio sulle privatizzazioni che si sta concentrando l'attenzione dei ministri delle finanze degli altri paesi, che vogliono siano accelerate (assicurando entrate per 15-20 miliardi entro il 2012). Una parte dell'incasso potrebbe servire come garanzia del rimborso dei prestiti.

La cosa certa è che la riunione segreta dei ministri ha reso evidente quanto sui mercati era già acquisito da qualche settimana: la Grecia non potrà tornare a finanziarsi sui mercati dall'anno prossimo. Qui si aprono diversi scenari. La 'facility' europea (Efsf) che attualmente raccoglie i capitali sui mercati per poi prestarli ai paesi in difficoltà (è il caso dell'Irlanda, sarà il caso del Portogallo, mentre il prestito alla Grecia è precedente la costituzione dell'Efsf), potrebbe acquistare i bond emessi dalla Grecia sul mercato primario. Questa é una delle funzioni che saranno assegnate al meccanismo permanente che sostituirà da luglio 2013 il Efsf, ma che la 'facility' potrà assolvere prima (c'è già l'accordo politico in questo senso). "Di questo abbiamo discusso" nella riunione con gli altri ministri a Lussemburgo, ha dichiarato il ministro delle finanze greche Papacostantinu.

La seconda opzione è costituita dalla ristrutturazione morbida: un'estensione delle scadenze, soluzione molto più digeribile del taglio del valore nominale dei bond che si ripercuoterebbe immediatamente sulle banche (è delle banche francesi la massima esposizioni estere sulla Grecia seguite dalle banche tedesche, l'esposizione italiana è un decimo di quella tedesca) e sulla Bce. Le discussioni di queste ore non prevedono la ristrutturazione "dura". «Lo scopo della nostra azione è impedire che si ripeta l'arresto cardiaco dei mercati come avvenne dopo il fallimento di Lehman Brothers», ha indicato nei giorni scorsi il commissario Ue agli affari economici Olli Rehn. Secondo la Commissione, la Bce e i governi, questa la posizione ufficiale, la ristrutturazione con 'haircut' e grosse perdite per i detentori di titoli greci creerebbe un soprassalto negativo per la Grecia, che non potrebbe tornare sui mercati se non dopo un lunghissimo periodo di tempo, e per l'Eurozona. Il vantaggio acquisito nelle ultime settimane dalla Spagna sui tre paesi sotto tiro (Portogallo, Irlanda e Grecia) svanirebbe e si riaprirebbe il rischio contagio.

Tutto è meglio di una tale prospettiva, sebbene siano in molti sui mercati a ritenere che con un debito/pil al 150%, un'economia bloccata in recessione e una stretta economica e sociale senza paragoni nella storia del paese, la Grecia difficilmente potrà evitarla magari non oggi, ma successivamente. Ciò spiega come mai anche in ambio Bce si cominci a evocare la possibilità di un riscadenzamento dei rimborsi del debito greco. Ne ha parlato alcuni giorni fa il governatore olandese Nout Wellinck indicando che la ristrutturazione del debito "non é un'opzione" ma che pure onorare i debiti «può richiedere più tempo di quanto previsto, qualche volta ciò può portare a una ristrutturazione che conduce a una maturità più lunga dei debiti». Wellink rispondeva a una domanda posta da uno studente dell'università di Tillburg.

S&P taglia il rating
Oggi intanto S&P ha tagliato a "B/C" da "Bb-/B" i rating sul lungo e breve termine della Grecia a causa dell'aumento dei rischi sul riscadenziamento del debito. Dietro la decisione odierna di S&P sul debito sovrano ellenico c'è, tra i principali creditori del Paese, il timore che aumenti il rischio di un rinvio delle scadenze del debito di 80 miliardi di euro raccolti dalla Commissione europea. Gli analisti di S&P, nell'ambito di questa eventuale proroga, credono che i Governi creditori dell'Eurozona richiederanno una "comparabilità di trattamento" dai creditori commerciali che dovrebbero analogamente estendere la durata di prestiti e bond. Il declassamento del debito pubblico greco fatto da Standard and Poor's «arriva in un momento in cui non ci sono stati nuovi sviluppi negativi o decisioni, dopo l'ultima azione da parte dell'agenzia poco più di un mese fa, e quindi non è giustificata». È quanto si legge in una nota diffusa dal ministero delle Finanze di Atene. Secondo il ministero le decisioni «dovrebbero essere basate su dati oggettivi, su annunci dei politici e su valutazioni realistiche delle condizioni dell'economia e non su 'rumor' di mercato e articoli di stampa. Quando tali decisioni si basano semplicemente su 'rumor', la loro validità è fortemente messa in dubbio».

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