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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2011 alle ore 14:43.

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Volendo celebrare invece l'operazione più dispendiosa della storia dell'industria tecnologica occorre tornare al lontanissimo settembre, allorché la Hewlett Packard guidata dal Ceo Carly Fiorina, mise sul piatto 25 miliardi di dollari in azioni per Compaq e dare vita alla più grande azienda informatica del mondo (con ricavi di 87 miliardi di dollari) dopo Ibm. Quanto sia costato in termini di tagli al personale e di integrazione tale sforzo alla casa di Palo Alto, che con Compaq si portò a casa anche gli asset di Digital (marchio storico acquisito dalla casa texana nel 1998 per 9,6 miliardi di dollari), è storia. La storia della crescita per acquisizioni di Hp non si è comunque fermata e nel carrello della spesa sono finite via via il colosso dei servizi It Eds - Electronic Data Systems, comprata per 13,9 miliardi di dollari nel 2008, quello del networking 3Com, scalata nel 2009 con 2,7 miliardi di dollari, e quindi lo specialista dello storage 3Par, acquisita lo scorso autunno per 2,4 miliardi di dollari.

Chi non è stata certo da meno in questi anni in fatto di shopping è stata Oracle. L'ultima preda di rango del Ceo Larry Ellison è stata due anni fa Sun Microsystems, per cui la società californiana ha speso 7,4 miliardi di dollari. Nel lungo elenco di società software acquisite negli anni 2000 trovano posto le varie Jd Edwards, PeopleSoft (comprata per 10,3 miliardi di dollari) Siebel (altri 5,8 miliardi), Bea Systems e Hyperion.

Altri giganti dell'informatica hanno allargato i rispettivi bacini di azione investendo in società concorrenti e partner e rientrano in questo ambito per esempio le operazioni che hanno portato Emc, la società che oggi domina il settore dei sistemi di storage per le aziende, a comprare lo specialista della sicurezza Rsa – nel 2006 con 2,1 miliardi di dollari – e prima ancora quella che è oggi universalmente riconosciuta come la società leader nel campo della virtualizzazione, e cioè VMWare (di cui oggi la società americana possiede l'80% delle azioni), acquisita nel 2003 con soli 635 milioni di dollari.

Altro botto miliardario è stato quindi quello di Intel dell'autunno scorso, che ha visto il gigante dei microchip gettare le basi per portarsi a casa McAfee (l'operazione si è perfezionata a marzo 2011) con un investimento di 7,68 miliardi di dollari. E 20 di miliardi sono infine il budget che ha stanziato per nuove acquisizioni Ibm entro il 2015, una cifra superiore a quella stanziata nel precedente decennio, quando a finire sotto il cappello di Big Blue sono state big company come PricewaterhouseCoopers (costata 3,5 miliardi di dollari in contanti nel 2003). Solo negli ultimi quattro anni Ibm ha investito 12 miliardi di dollari in 23 acquisizioni – fra cui Sterling Commerce (1,4 miliardi di dollari pagati ad At&T nel 2010) e Netezza (1,78 miliardi) – e a quanto pare la strategia non ha ancora compiuto il suo corso. Microsoft è quindi in buonissima compagnia e anzi, come osserva qualcuno, deve recuperare il tempo perduto.

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