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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2011 alle ore 14:31.

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Hong Kong lancia il fixing dello yuan. Farà decollare il mercato dei derivati in valuta cineseHong Kong lancia il fixing dello yuan. Farà decollare il mercato dei derivati in valuta cinese

Hong Kong lancerà quest'anno un listino del cambio dello yuan (fixing) che diventerà il valore di riferimento per il mercato dei derivati in valuta cinese. Una mossa che farà ulterioremente decollare una delle piazze finanziarie più calde dell'Asia. La notizia, anticipata da Lawrence Lam, presidente dell'associazione dei tesorieri bancari di Kong Kong in una intervista a Dow Jones Newswires è stata poi confermata dalle autorità monetarie della città.

Le transazioni in valuta cinese hanno registrato una crescita esplosiva a Hong Kong dallo scorso luglio, quando la Cina ha tolto alcune restrizioni alla circolazione e all'uso della propria moneta sulla piazza offshore, per favorire l'internazionalizzazione della divisa. Una mossa che ha consentito alle banche di Hong Kong di quintuplicare in un anno i depositi in yuan che a fine marzo hanno raggiunto i 451,4 miliardi di yuan. Si stima inoltre che le transazioni spot di yuan abbiano ormai superato il miliardo di dollari.

Ma la mancanza di un tasso cambio giornaliero di riferimento accettato da tutti ha fortemente limitato la crescita di tutti quei prodotti (swaps, options, forwards) che banche e società utilizzano per gestire le esposizioni in valuta. «E' un mercato ancora agli inizi - spiega Lam che è anche responsabile per la Cina della divisione global banking & market di Royal Bank of Scotlands - ma il fixing è sicuramente una precondizione per fare decollare questi prodotti derivati».

Il fixing offshore
Come si svolgerà? Il fixing dello yuan sarà come quello del dollaro di Hong Kong che avviene ogni giorno alle 0315 Gmt. Basato cioè sulle quotazioni medie denaro-lettera, escluse le tre offerte più basse e le tre più alte, proposte da una ventina di banche designate. Sarà l'associazione bancaria a selezionare tra istituti locali, cinesi, giapponesi, europei e americani i responsabili del fixing. Le banche verranno scelte in base ai volumi delle transazioni valutarie, alla loro presenza sul mercato locale, all'impegno a fornire in modo permanente un valore di riferimento giornaliero per il fixing alla Boc di Hong Kong, la clearing bank per le transazioni in yuan.

Il fixing ufficiale
Chi si è avventurato finora nel mercato dei derivati cinesi ha utilizzato come valore di riferimento il fixing ufficiale che avviene ogni giorno a Shanghai (alle 0115 Gmt) sotto la guida della Banca centrale cinese. Il problema però è che gli investitori esteri nutrono aspettative molto ottimistiche sulle rivalutazione della divisa cinese. E infatti, sulla piazza di Hong Kong, il cambio effettivo dollaro/yuan è sempre più basso (da 100 a 300 punti base), di quello ufficiale.

Lo yen nel 2020
Le autorità cinesi impongono un passo molto prudente, ma il 2011 si è aperto comunque con un segnale di forte ottimismo per lo yen. Il 10 gennaio, per la prima volta nella storia della finanza internazionale, la Banca Mondiale ha comunicato la decisione di emettere un prestito obbligazionario denominato in yuan (bond da 500 milioni di yuan, pari a circa 57 milioni di euro, tripla A, rendimento semestrale 0,95%, scadenza 14 gennaio 2013). Circa un anno prima altri emittenti di rango, come Asian Development Bank, McDonald's e Caterpillar avevano offerto obbligazioni in yuan, alimentando così il nascente mercato di prodotti finanziari denominati in valuta cinese e sostenendo la graduale marcia di Pechino che per il 2020 vuole trasformare lo yuan in una delle principali valute internazionali, insieme a dollaro e euro.

Il primo passo
La nuova marcia dello yen è iniziato a metà giugno 2010 quando la Banca del Popolo di Cina, dopo varie pressioni della comunità internazionale che chiede, ha riportato il cambio a un regime di flessibilità controllata che era iniziato nel 2005 ed era stato interrotto nel 2008. Da fine 2008, infatti, il cambio dello yuan era stato agganciata in modo rigido al dollaro (rapporto fisso di 6,83) per non perdere di competitività alla luce del crollo del commercio internazionale.

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