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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2011 alle ore 10:29.

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Draghi nell'ultimo discorso da Governatore: tornare alla crescitaDraghi nell'ultimo discorso da Governatore: tornare alla crescita

Difficile la concorrenza
«La concorrenza stenta a propagarsi al settore dei servizi - ha sottolineato Draghi - specie quelli di pubblica utilità. Non si auspicano privatizzazioni senza controllo ma un sistema di concorrenza regolata, in cui il cliente, il cittadino, sia più protetto. La sfida della crescita non può essere affrontata solo dalle imprese e dai lavoratori direttamente esposti alla competizione internazionale, mentre rendite e vantaggi monopolistici in altri settori deprimono l'occupazione e minano la competitività complessiva del paese».

Giustizia lenta: si perde un punto di Pil l'anno
Troppo lenta la giustizia. «Nostre stime - ha detto Draghi - indicano che la perdita annua di prodotto attribuibile ai difetti della nostra giustizia civile potrebbe giungere a un punto percentuale». Per il Governatore «va affrontato alla radice il problema di efficienza della giustizia civile: la durata stimata dei processi ordinari in primo grado supera i 1.000 giorni e colloca l'italia al 157esimo posto su 183 paesi nelle graduatorie stilate dalla Banca mondiale; l'incertezza che ne deriva é un fattore potente di attrito nel funzionamento dell'economia, oltre che di ingiustizia».

Proseguire la riforma dell'istruzione
Per Draghi «occorre proseguire nella riforma del nostro sistema di istruzione, già in parte avviata, con l'obiettivo di innalzare i livelli di apprendimento, che sono tra i più bassi nel mondo occidentale anche a parità di spesa per studente». Sono ancora troppo ampi i divari interni al Paese: tra Sud e Nord, tra scuole della stessa area, anche nella scuola dell'obbligo. «Nell'università é desiderabile una maggiore concorrenza fra atenei, che porti a poli di eccellenza in grado di competere nel mondo; é ancora basso nel confronto internazionale il numero complessivo di laureati. Secondo valutazioni dell'Ocse, il distacco del sistema educativo italiano dalle migliori pratiche mondiali potrebbe implicare a lungo andare un minor tasso di crescita del Pil fino a un punto percentuale».

Bene gli aumenti del capitale delle banche
Gli aumenti di capitale per complessivi 11 miliardi varati tra ottobre scorso e aprile dalle banche italiane «permettono di avvicinarsi all'obiettivo previsto da Basilea3». Evidente la soddisfazione del Governatore per la nuova stagione di ricapitalizzazioni nelle Considerazioni Finali nelle quale confuta la tesi che il rafforzamento del capitale delle banche finisca per essere un freno per l'economia. L'effetto netto da una maggiore patrimonializzazione é "invece, positivo". Aumenta la resistenza a shock avversi, riduce la probabilità di crisi; per i singoli intermediari viene ridotto il premio per il rischio sulla raccolta. Draghi manda un messaggio alle banche più piccole che durante la crisi hanno ampliato la loro attività: ora devono adeguare i sistemi di controllo del rischio di credito alle maggiori quote di mercato conquistate.

Cruciale l'indipendenza delle Fondazioni
L'indipendenza delle Fondazioni che partecipano al capitale delle banche é essenziale per l'autonomia degli istituti di credito, ha sottolineato il Governatore della Banca d'Italia. «La qualità degli assetti di governo e controllo delle Fondazioni, l'efficienza e la trasparenza della gestione finanziaria sono cruciali per conciliare la loro presenza nel capitale delle banche con l'autonomia gestionale di queste».

Obiettivo Bce resta la stabilità dei prezzi
Draghi ha sottolineato che la «Bce ha il compito di assicurare la stabilità dei prezzi nel medio periodo e la stabilità monetaria é il suo fondamentale contributo alla crescita. Le future decisioni di politica monetaria saranno sempre guidate da questo obiettivo primario». E ha affermato che «né la presenza di rischi sovrani, né la dipendenza patologica di alcune banche dal finanziamento della Bce possono far deflettere da questo obiettivo». Secondo Draghi spetta ai Governi «accelerare il consolidamento delle finanze pubbliche e attuare riforma strutturali che innalzino il potenziale di crescita delle economie».

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