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Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2011 alle ore 21:00.
Moody's ha tagliato il rating della Grecia da B1 a Caa1, assegnando un outlook negativo al merito creditizio del Paese. Secondo l'Agenzia di rating, è cresciuto il rischio che la Grecia possa andare in default senza una ristrutturazione del debito. È questo il motivo alla base della decisione di Moody's di tagliare il rating del Paese, alla luce «delle difficoltà crescenti che il Governo deve affrontare nell'attuazione dei tagli, delle crescenti incertezze sulle prospettive di crescita e un record negativo sul fronte degli obiettivi di consolidamento dei conti pubblici». L'agenzia di rating ricorda che, fra gli enti pubblici e le società private con rating Caa1, circa il 50% è andato in default nell'arco di 5 anni.
La decisione fa seguito a un rating watch avviato il 9 maggio. Tra gli altri motivi che hanno indotto Moody's a tagliare il rating, c'è anche la possibilità che in futuro Ue, Bce e Fmi chiedano ai creditori di partecipare alla ristrutturazione del debito come condizione per concedere ulteriori aiuti. Il nuovo rating incorpora la stima di Moody's che le attuali contrattazioni fra Atene e le tre istituzioni portino a ulteriori aiuti per il governo di Papandreou e l'annuncio di ulteriore austerity e riforme strutturali. L'outlook negativo rispecchia invece l'elevato indebitamento del Paese, e le difficoltà nell'attuare le riforme e il costante bisogno di aiuto esterno da parte di Atene.
La mazzata di Moody's fa sprofondare il debito greco ancora di più nel territorio dei junk bond, i titoli spazzatura (con l'aggravante di un outlook negativo) arriva in una giornata interlocutoria per il salvataggio della Grecia. Al momento l'orientamento dell'Ue è quello di concedere ad Atene nuovi aiuti per 60-70 miliardi di euro entro il mese per far fronte alle esigenze finanziarie del biennio 2012-2013 si consolida sempre più.
Il tabù della ristrutturazione del debito
Sui tempi e modi la partita resta però tutta aperta e viene giocata all'ombra dell'incubo di una ristrutturazione pesante del debito ellenico che nessuno ufficialmente vuole ma che in molti, dietro le quinte, ritengono quasi inevitabile. Una ristrutturazione del debito della Grecia «non rientra» nel progetto dell'Unione europea per risolvere la crisi del Paese, ha ribadito ancora una volta da New York il commissario europeo agli Affari Economici, Olli Rehn. «Ristrutturare non risolve i problemi della Grecia». Ma, avverte Moody's motivando il taglio, senza una ristrutturazione del debito cresce il rischio che il Paese possa andare in default.
Modello Paesi dell'Est: intervento volontario delle banche
Nonostante tutte le cautele del caso, si fa sempre più concreta l'ipotesi di un intervento soft, con un coinvolgimento su base volontaria delle banche, sulla scia di quanto fatto a suo tempo per i Paesi dell'Est. Tutto in base a modalità ancora da definire che potrebbero contemplare anche incentivi a rinnovare e, quindi, non incassare i titoli di Stato ellenici in scadenza. Che si stia andando in questa direzione lo indica anche il Financial Times Deuthschland: secondo una fonte vicina alla Bce le banche centrali dei 27 «non escludono più» una partecipazione volontaria delle banche a una ristrutturazione morbida. Un'indicazione confermata anche da Juergen Stark, membro tedesco del board della Bce. Al centro della scena resta comunque, come al solito, la Germania. Oggi un portavoce del governo tedesco ha ribadito la posizione di Berlino facendo, almeno apparentemente, marcia indietro rispetto alle aperture di ieri. Nella prospettiva di nuovi aiuti, ha detto il portavoce, «è importante che il settore privato si assuma le sue responsabilità».
Missione dei tecnici Ue-Bce-Fmi ad Atene
Intanto prosegue la missione della troika ad Atene. I colloqui tra i tecnici di Ue-Bce-Fmi e le autorità greche hanno fatto registrare «buoni progressi», ha osservato oggi il portavoce di Rehn, senza però sbilanciarsi su quando finiranno. Quel che è certo è che il confronto è concentrato su tre grandi argomenti: le nuove misure che devono essere prese per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2011 per il risanamento dei conti pubblici; le privatizzazioni; l'aumento delle entrate fiscali attraverso la lotta all'evasione. In molti sono pronti a scommettere che alla fine la valutazione della troika sarà favorevole alla concessione della quinta tranche di aiuti a valere sui 110 miliardi concessi un anno fa. Ma le conclusioni a cui giungeranno gli uomini di Commissione, Bce e Fondo avranno anche un peso determinante per l'organizzazione del secondo salvataggio: la Germania, ha detto Angela Merkel, aspetta questo prima di prendere una decisione su un nuovo sostegno economico alla Grecia.
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