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Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2011 alle ore 20:40.
L'ultima modifica è del 23 giugno 2011 alle ore 18:15.
Moody's ha messo sotto osservazione il rating di 16 banche italiane in vista di un possibile downgrade. La misura segue la decisione comunicata ai mercati venerdì 17 giugno di porre il rating dell'Italia Aa2 sotto esame in vista di una possibile riduzione del giudizio. A cui ha fatto seguito, tre giorni dopo l'indicazione di un possibile taglio del giudizio sulla solvibilità anche per le società Enel, Eni, Finmeccanica, Poste e Terna. In serata
anche Cassa Depositi e Prestiti ha comunicato che Moody's ha posto sotto osservazione per un possibile downgrade il rating di lungo termine, attualmente pari ad Aa2.
In giornata, intanto, lo spread tra il BTp decennale italiano e il corrispettivo Bund tedesco è balzato a 208 punti confermando un generale livello di tensione sul mercato dei bond periferici.
L'agenzia di rating americana - si legge in una nota - ha messo «sotto revisione per un possibile downgrade» il rating sul debito di 16 banche italiane, di pari passo con quanto fatto con il rating 'Aa2' della Repubblica italiana venerdì scorso. Fra gli istituti Intesa Sanpaolo, Cassa di risparmio di Firenze, Montepaschi, Cassa depositi e prestiti, Banco popolare, Bnl, Cassa di risparmio di Parma e Piacenza. E, ancora, Friuladria, Carige, Banca Sella e altri istituti di minori dimensioni.
Per altre 13 banche - avverte poi Moody's - le prospettive sul rating passano da "stabilì a negative" ma solo per i debiti a più lungo termine. Nel dettaglio si tratta di Ubi, Italease, Credito Emiliano, Credito Valtellinese, Banca popolare di Spoleto e altre. Unicredit, Banca popolare di Milano, Dexia, Efibanca e altri istituti - avverte poi Moody's - avevano già il rating sui depositi con prospettive negative o sotto revisione per un possibile downgrade: «di conseguenza - si legge nella nota - il rating di lungo termine sul debito e i depositi potrebbe essere abbassato».
I rating di alcuni istituti - è la motivazione dell'agenzia in una nota - sono sensibili a cambiamenti anche relativi «nell'affidabilità creditizia del governo e nella sua capacità di sostenere le banche». Sul debito non garantito di alcune banche, poi, pesano i nuovi orientamenti internazionali in tema di fallimenti bancari. Fra le ragioni addotte da Moody's, poi, si cela un ragionamento sulla minore «volontà dei governi di sostenere il debito senior (garantito) delle banche più piccole e meno importanti dal punto di vista sistemico», anche se in Italia l'orientamento politico «non è tale da giustificare un peggioramento del rating in questo momento».
In ogni caso i rating di 34 banche italiane «sono messi a rischio da un simile cambiamento a livello governativo nel lungo termine»: fra queste, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banco popolare, Bnl, Cassa di risparmio di Parma e Piacenza, Mps Capital Services, Carige, Banca Sella, Friuladria. Infine anche la Cassa Depositi e prestiti viene messa sotto controllo per un possibile downgrade del rating di lungo termine attualmente pari ad Aa2.
La doccia fredda arriva il giorno dopo l'allarme «rosso» lanciato da Jean-Claude Trichet, presidente della Banca centrale europea, sulla stabilità finanziaria europea. La crisi greca sta mettendo a nudo la connessione sempre più stretta fra tenuta dei bilanci pubblici e solidità delle banche, che spesso e volentieri hanno in pancia ingenti quantità di titoli di Stato. In Italia, dopo il rating sovrano, era toccato lunedì a Enel, Eni, Finmeccanica, Poste e Terna; poi a ben 23 enti locali, anch'essi messi sotto esame. A maggio era stata Standard & Poor's a mettere in negativo il rating sull'Italia e, successivamente, su Mediobanca, Bnl, Findomestica e Intesa Sanpaolo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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