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Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2011 alle ore 07:41.

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«Una Borsa da età dell'incertezza», dice Carlo Gentili, capitano di lungo corso a Piazza Affari. Un mercato che, con l'incendio greco non ancora domato, in Europa è iper reattivo al news flow sul debito sovrano Ue (come dimostra il downgrade su Lisbona). E un po' meno, invece, alla più tradizionale e probabile mossa di oggi della Bce. Un contesto difficile insomma, in cui il signor Rossi si domanda: come difendere i propri risparmi?

Gli esperti interpellati dal Sole24Ore (vedere box in pagina), rispondono dividendosi in due partiti. Da un lato chi pensa a un mercato in sali-scendi, nervoso; per operazioni solo di medio-breve periodo. Dall'altra invece, chi è più ottimista e, condividendo recenti sondaggi le cui stime indicano le Borse in rialzo oltre l'8% entro l'anno, pensa si possa investire in ottica di più lungo periodo.

Al primo gruppo appartiene Maurizio Milano, direttore analisi tecnica di Banca Sella: «L'S&P500, per esempio, non è così forte sui fondamentali - dice -. La spinta arriva, essenzialmente, dai bassissimi tassi della Fed che permettono di avere liquidità quasi a costo zero da re-investire. O sull'equity americano oppure, con il carry trade, sugli asset europei e asiatici». In tal senso, «l'attuale correzione offre interessanti opportunità di investimento, ma da seguire con attenzione. Nelle discese le posizioni vanno chiuse». Perché? «Il rischio è che, a fronte dell'irrisolto problema sul debito europeo, il saldo sia zero e non solo sulle Borse del Vecchio continente». Il bicchiere, al contrario, è mezzo pieno per Luca Ramponi, direttore investimenti di Aureo gestioni Sgr. «Non si possono dimenticare gli utili aziendali - afferma -. Nel 2011 le stime sui profitti, per esempio, della corporate America indicano un rialzo del 10 per cento. Non siamo sui livelli del 2010, quando si viaggiava su rialzi del 30%. Ma il valore è interessante».

Inoltre, «se è ben vero che c'è un rallentamento sul sentiero della crescita - dice Sergio Pigoli, consulente indipendente - questo è stato anche causato dallo shock esogeno dello tsunami in Giappone. Un evento che, nella filiera produttiva mondiale, ha creato un'impasse per i componenti elettronici. Oggi tutto questo è alle spalle». La stessa casa d'affari Pictet è propensa a credere che il nodo Giappone sia risolto, seppure torna a porre l'accento sull'economia Usa: «i 300 miliardi di dollari di investimenti del primo trimestre» sono stati usati essenzialmente per «il rinnovo dei macchinari esistenti». Servirebbe, invece, uno sforzo «in nuova capacità produttiva». Insomma: va bene l'export e la locomotiva degli emergenti. Tuttavia, deve ripartire la domanda interna Usa che, invece, stenta: anche perché l'immobiliare, settore essenziale nelle riprese del ciclo, è assente.

Al di là delle divergenze sul futuro delle Borse, su un punto sembra sussistere un fil rouge: per un risparmiatore, con un rapporto rischio/rendimento medio, l'esposizione sull'equity non deve andare comunque oltre il 25-30% del portafoglio. «Una percentuale sempre da diversificare su differenti opzioni - indica Ramponi-. Tra queste, per esempio, il comparto della big industry europea o statunitense». Quei conglomerati, cioè, «export oriented - aggiunge Gentili -, esposti alla crescita dei mercati emergenti». «Le large cap europee - ricorda Rory Bateman, capo dello European equity di Schroders - offrono un rendimento attorno al 4%; un valore più alto di quello di molti governativi europei, esclusi i paesi periferici dell'Ue».

Fin qui i settori e le indicazioni sulle Borse. C'è, però, in un periodo di bassi tassi e alta liquidità un altro aspetto interessante per l'investitore. Lo spiega Credit Suisse: molte società sono 'piene' di cassa; quelle stesse società (escluse i finanziari) il cui indebitamento è basso (il debito netto sull'ebitda in Europa è solo 1,4). Ciò significa che le aziende sono spinte, anche per la non grande visibilità sulla crescita interna, a usare la cassa su due fronti: le acquisizioni e i buy back. Quali i settori che saranno più attivi? Per gli esperti elvetici le telecom e il farmaceutico. Uno scenario che potrebbe spingere le quotazioni. Il bicchiere qui è mezzo pieno.

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