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Questo articolo è stato pubblicato il 11 luglio 2011 alle ore 15:51.

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La crisi del debito dell'Eurozona penalizza anche Wall Street che ha chiuso in territorio negativo, mentre si attende l'avvio della stagione delle trimestrali che si aprirà con Alcoa. Il Dow Jones perde l'1,20% a 12.505,54 punti, il Nasdaq cede il 2% a 2.802,62 punti, mentre lo S&P 500 lascia sul terreno l'1,81% a 1.319,50 punti. Il problema del debito si fa pressante anche negli Stati Uniti . Oggi il presidente Obama ha sollecitato un accordo sul tetto del debito «in 10 giorni», ovvero entro il 22 luglio, per lasciare al Congresso i tempi tecnici per alzare il limite legale del debito entro il 2 agosto, quando senza un accordo definitivo gli Stati Uniti potrebbero andare in default.

Le Borse europee
Dopo il venerdì nero che ha portato alla stretta decisa ieri dalla Consob sulle vendite allo scoperto, oggi i mercati hanno vissuto un altro giorno di passione e un record negativo. Borsa italiana è tornata indietro ai livelli di marzo 2009 chiudendo in calo del 3,96%, dopo aver raggiunto una perdita massima giornaliera del 4,9%. Mai così male dai giorni più bui per il mercato italiano cioè quel primo trimestre di due anni in cui si è toccato il picco più basso della crisi finanziaria scoppiata in America a settembre 2008 con il crollo di Lehman Brothers.

A picco i bancari, con Intesa Sanpaolo che perde il -7,74% e Unicredit a -6,33 per cento. Le banche italiane hanno bruciato i guadagni di due anni. L'indice FTSE MIB di Milano chiude a 18.295,19 punti, sulla scia dell'impennata dello spread di rendimento tra Btp e Bund, che vola oltre 300 punti base.

Le banche bruciano i guadagni di due anni
Le banche italiane, al centro della speculazione sul mercato, tornano a vedere nero. Se già da settimane le popolari quotavano sui minimi storici, complici maxi aumenti di capitale e tensioni interne, ora anche le big del settore sono scese verticalmente.

Intesa Sanpaolo ha chiuso in calo del 7,74% a 1,52 euro: secondo i grafici della Borsa italiana è la chiusura più bassa dal 9 marzo 2009, con il nuovo minimo dell'anno sceso da oggi a 1,50 euro.

Unicredit, di gran lunga la più bersagliata nelle ultime sedute (-17% la scorsa settimana) cede il 6,33% a 1,15 euro, minimo dal primo aprile 2009. E così Banco Popolare che cala del 3,52% a 1,37 euro; ai minimi da almeno cinque anni Mps (-4,48% a 0,49 euro, stesso valore toccato 28 giugno) e Ubi Banca (-2,79% a 3,48 euro) e nuovo minimo storico a 1,42 euro per Bpm (-6,39% a 1,43 euro in chiusura). Mediobanca, con una flessione del 4,28% a 6,15 euro, si è riportata ai livelli di agosto 2010 e resta ancora, unica eccezione, sopra i minimi del marzo 2009.

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