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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2011 alle ore 16:49.

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Bernanke: «Pronti a nuovi stimoli se necessarioBernanke: «Pronti a nuovi stimoli se necessario

La crescita economica Usa «nei prossimi trimestri rimarrà probabilmente moderata, la disoccupazione scenderà solo gradualmente e l'inflazione rallenterà». Lo ha detto il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, nell'audizione sulla politica monetaria che si tiene ogni sei mesi alla commissione Servizi Finanziari della Camera. Bernanke ha confermato le stime della Fed secondo le quali l'economia Usa crescerà quest'anno tra il 2,7% e il 2,9% e la disoccupazione, al 9,2% a giugno, scenderà nel quarto trimestre tra 8,6% e 8,9%. Uno scenario che porta la banca centrale a valutare che i tassi di interesse resteranno ai livelli attuali eccezionalmente bassi «per un periodo esteso».

«È possibile - spiega Bernanke nel corso della sua audizione alla commissione Servizi finanziari della Camera Usa - che il recente indebolimento economico persista più del previsto e che i rischi deflattivi riemergano, il che implicherà la necessità di ulteriori stimoli». Bernanke dice anche che le previsioni economiche della Fed di giugno, riviste al ribasso rispetto ad aprile, non includono i dati più recenti e in particolare quelli negativi sull'occupazione, secondo i quali il tasso di disoccupazione è risalito al 9,2%.

Ieri le minute sulla riunione della Fed del 21-22 giugno, hanno mostrato una divisione all'interno del Fomc e in particolare hanno segnalato che alcuni membro del comitato di politica monetaria dell'istituto ritengono che la Fed debba tenersi pronta a introdurre nuove misure di stimolo all'economia, se la ripresa continuerà a restare debole. Altri membri del Fomc, invece, sono dell'avviso che i rischi di inflazione potrebbero crescere spingendo la Fed a una stretta monetaria prima del previsto. Nel suo discorso distribuito prima dell'inizio dell'audizione Bernanke non fa menzione di due temi chiave: il rischio di default che corrono gli Stati Uniti, senza un aumento del tetto del debito prima del 2 agosto e la crisi del debito europea.

«Tagli alla spesa pubblica nel breve termine potrebbero avere effetti negativi sulla ripresa economica». Così Bernanke ha commentato il negoziato in corso a Washington sulla riduzione del deficit e l'innalzamento del debito pubblico. Bernanke ha aggiunto che «non alzare il tetto del debito pubblico potrebbe portare a problemi per l'economia». Peraltro, in assenza di una riforma, l'attuale situazione fiscale degli Usa «potrebbe portare a tassi d'interese più alti». Bernanke ha però notato che la mancanza di un accordo tra democratici e repubblicani, con il rischio di default se non ci sarà un'intesa entro il 2 agosto, «non ha ancora avuto un effetto apprezzabile sui prezzi dei titoli del Tesoro».

Bernanke respinge le critiche sui costi che l'allentamento monetario avrebbe avuto sul governo. «L'allentamento monetario della Fed non è costato nulla al governo. la Fed è un centro di profitti importante per il governo americano». La Federal Reserve ha a disposizione «vari modi per rendere le condizioni finanziarie più agevoli, anche con i tassi pressoché a zero». Bernanke ha indicato che tra queste opzioni c'è la possibilità di ridurre i 25 punti base di interesse che attualmente la banca centrale paga alle banche sulle riserve, una mossa che «metterebbe pressione al ribasso sui tassi a breve». Inoltre la Fed potrebbe avviare nuove operazioni di acquisto di titoli o aumentare la scadenza media dei titoli che ha in portafoglio, ha detto Bernanke ai parlamentari.

Gli Stati Uniti secondo la Fed, in ogni caso, hanno bisogno che il tetto del debito sia aumentato per evitare un default che creerebbe problemi al sistema finanziario e all'economia. Per Bernanke l'America deve «riportare stabilità nelle prospettive di bilancio. Non possiamo continuare su una strada insostenibile.Serve una prospettiva di lungo termine per i tagli al deficit. Serve una riforma fiscale» perché «l'attuale livello delle imposte non è coerente con i costi del welfare, dell'aumento dei costi sanitari e dell'invecchiamento della popolazione».

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