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Questo articolo è stato pubblicato il 21 luglio 2011 alle ore 19:00.

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O un piano di salvataggio entro metà settembre o il via all'istanza di fallimento per il San Raffaele. È questo l'ultimatum dei magistrati milanesi al cda del San Raffaele, gruppo gravato da 950 milioni circa di milioni, emerso dall'incontro tra Filippo Lamanna, presidente della sezione fallimentare del Tribunale di Milano, il pm Luigi Orsi e il consigliere del board del San Raffaele, Giovanni Maria Flick. Davanti alle richieste di oltre tre mesi di tempo da parte di Flick per predisporre il salvataggio o probabilmente una richiesta di concordato preventivo, i magistrati hanno chiesto relazioni informative costanti sullo stato del piano e sulla situazione contabile e hanno concesso meno di due mesi di tempo al cda per scongiurare il fallimento del San Raffaele.

Secondo quanto appreso, nell'incontro durato circa quaranta minuti l'ex ministro, e attuale consigliere del San Raffaele, oltre a chiedere maggiore tempo a disposizione di cda e consulenti per predisporre il piano di salvataggio dell'istituto fondato da don Verzé avrebbe espresso una certa fiducia in merito alla disponibilità di cassa che permetterebbe al gruppo di superare i tre mesi necessari a mettere nero su bianco il salvataggio. Su tale situazione di liquidità però i magistrati hanno espresso dubbi e hanno sottolineato come, vigente l'attuale statuto del San Raffaele, il cda attuale sia da considerare «giuridicamente precario» in quanto è nei poteri del fondatore don Luigi Verzé revocare il board in qualsiasi momento.

Per questo motivo, la Procura milanese attende passi concreti per la definizione del piano di salvataggio nonché trasparenza informativa sulla situazione contabile del gruppo definita al momento «opacissima». In questi giorni, i pm milanesi - coordinati da Luigi Orsi - stanno compiendo attività istruttoria sul dossier San Raffaele e hanno sentito oltre ad amministratori dell'istituto anche i sindaci e i revisori contabili che, da quanto si apprende, non si sono mostrati a conoscenza della situazione e delle operazioni finanziarie.

La presidenza della Fondazione San Raffaele del Monte Tabor, a proposito di alcune notizie pubblicate in data odierna da organi di stampa, ha infine smentito categoricamente e nettamente ogni supposizione, anzi illazione, sulla costituzione di "conti neri" all'estero nonché di contabilità parallele durante la passata gestione della Fondazione.

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