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Questo articolo è stato pubblicato il 08 agosto 2011 alle ore 22:05.
L'ultima modifica è del 08 agosto 2011 alle ore 18:00.
La prima seduta delle Borse dopo il taglio del rating agli Stati Uniti da parte dell'agenzia Standard & Poor's è ancora all'insegna delle vendite. Ribassi forti e generalizzati hanno interessato tutte le principali Piazze mondiali. Wall Street in serata lascia oltre il 5% sul parterre. In Europa le peggiori sono le Borse di Francia e Germania (due paesi che mantengono la tripla A di massima affidabilità creditizia). Al termine degli scambi il CAC 40 di Parigi cede il 4,68%, il DAX 30 di Francoforte il 5%. L'indice Stxe 600, che fotografa l'andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio Continente, ha ceduto il 4,14%, uno scivolone che si traduce in oltre 197 miliardi di euro di capitalizzazione bruciati in una sola seduta.
Focus Piazza Affari
Perdite più contenute per Milano che, dopo un avvio in rally (+4%) archivia la seduta con un pesante -2,35 per il FTSE MIB e -1,61 per il FTSE IT All Share. A Piazza Affari guidano le perdite Fiat Industrial (-10,48%), Pirelli & C (-10,36%) e Fiat (-9,64%). I titoli soffrono la debolezza del comparto auto. A livello europeo il settore ha perso il 7,74 per cento. Mala anche il comparto materie prime (-5,80%).
Wall Street in enormi difficoltà, listini a picco
Gli indici della Borsa di New York hanno accusato perdite pesantissime nella prima seduta dopo l'epocale perdita della tripla A da parte degli Stati Uniti. In chiusura, dopo il discorso del presidente Obama, il Dow Jones ha ceduto il 5,55%, mentre il Nasdaq ha segnato -6,9% e l'S&P500 lascia sul parterre il 6,66 per cento. Chiusura in netto calo anche per il petrolio a New York, dove le quotazioni hanno perso il 6,3% a 81,39 dollari al barile. S&P's ha peraltro annunciato di aver esteso il "downgrade" a Fannie Mae e Freddie Mac, i due colossi parastatali dei mutui controllate dal governo federale a seguito dei salvataggi pubblici della fine del 2008.
Si attendono segnali dalla Fed
Le attenzioni degli investitori sono tutte per l'incontro di martedì del Fomc, braccio di politica monetaria della Federal Reserve. Alla luce del taglio del rating agli Stati Uniti e delle turbolenze sui mercati mondiali, non si esclude che possa essere lanciato un clamoroso terzo piano di quantitative easing (acquisto di titoli di stato) per immettere liquidità nel mercato.
Rendimenti in calo per i T-bonds
In questo contesto di pesanti vendite i Treasuries, titoli del tesoro americano, reggono il colpo del downgrade di S&P. Il prezzo sale di circa un punto percentuale mentre il rendimenti scendono al 2,44%, in calo rispetto al 2,57% di venerdì. Normalmente il declassamento di un paese, come avvenuto nel caso degli Usa recentemente bocciati da parte di S&P, fa impennare il rendimento dei titoli. Nella generale incertezza che domina i mercati finanziari però, i titoli del Tesoro Usa restano un "porto sicuro". Un bene rifugio come l'oro, che ha superato per la prima volta il prezzo di 1700 dollari l'oncia.
Lo spread "perde" più di 100 punti
Unica nota positiva è la riduzione del differenziale tra i titoli di Stato di Spagna e Italia rispetto al bund tedesco. Il via libera all'intervento della Bce ha fatto scendere gli spread di circa 100 punti base intorno a 300, dopo aver toccato minimi a 284 punti. Secondo alcuni analisti la Bce avrabbe acquistato Btp italiani e titoli spagnoli per un controvalore di circa 5 miliardi di euro. L'Eurotower ancora una volta ha svolto la missione di ultima linea di difesa. L'intervento ha funzionato. I mercati hanno reagito positivamente davanti alla determinazione della Bce che dispone di un cospicuo arsenale di munizioni ma non illimitato. Il primo giorno di intervento è andato bene anche per la carenza di venditori sul mercato. Ma i mercati del debito pubblico di Italia e Spagna valgono oltre 2 mila miliardi di euro e sarà difficile ipotizzare che l'Eurosistema possa arrestare a lungo una tendenza di aumento della percezione del rischio sulla sostenibilità del debito di Roma e Madrid.
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