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Questo articolo è stato pubblicato il 09 agosto 2011 alle ore 22:05.
L'ultima modifica è del 09 agosto 2011 alle ore 20:29.

Come ampiamente previsto, la Federal Reserve, al termine della riunione del Fomc (il braccio di politica monetaria della Banca Centrale), ha deciso di lasciare i tassi di interesse invariati, a un range tra lo 0 e lo 0,25%, minimo storico a cui erano stati portati nel dicembre 2008. Diversamente dal meeting precedente, non è prevista un conferenza stampa del presidente Ben Bernanke. La decisione non è stata unanime: 7 governatori a favore e 3 contrari.
La banca centrale americana ha sottolineato che la crescita dell'economia americana è significativamente più bassa del previsto, i rischi per la ripresa «sono aumentati» e i tassi resteranno «eccezionalmente bassi» almeno fino a metà 2013. La Fed ha poi segnalato di essere pronta a «varare altre misure a sostegno dell'economia» e di volere «continuare con la politica di reinvestimento nei titoli di stato americani».
Il Fomc oggi - prosegue il comunicato della Fed - ha «discusso un'ampia gamma di strumenti per favorire la ripresa economica, in un contesto di stabilità dei prezzi». La Fed fa sapere che «continuerà ad aggiornare il suo outlook economico, alla luce delle nuove informazioni ed è pronta ad utilizzare questi strumenti nel modo più appropriato». Di fatto la Fed non annuncia l'assunzione di nuove misure, come si aspettavano i mercati, ma si limita a far sapere che sta lavorando a nuovi strumenti, da adottare eventualmente in futuro. Inoltre la Fed informa che ha deciso di «mantenere la sua attuale politica di reinvestimento dei proventi delle azioni che detiene» e che intende «rivedere con regolarità l'entità e la composizione delle azioni in suo possesso e che è pronta a ad aggiustare queste attività nel modo più appropriato».
I tre governatori che hanno votato contro l'approvazione del comunicato (Richard Fisher, Narayana Kocherlakota e Charles Plosser) erano contrari alla nuova terminologia che per la prima volta indica espressamente l'orizzonte temporale di metà 2013 per un eventuale rialzo del costo del denaro. L'ultima volta che tre governatori si erano dissociati dal comunicato votato dalla maggioranza risaliva al novembre 1992, a conferma dell'eccezionalità del momento e delle misure adottate.
Ancora sul fronte della disamina dell'economia, i governatori rilevano che il mercato del lavoro è peggiorato nel corso degli ultimi mesi e che la disoccupazione sta calando solo in maniera graduale. Le spese delle famiglie inoltre hanno cessato di crescere mentre gli investimenti aziendali continuano a espandersi. Cala infine il timore sul fronte dell'inflazione che dovrebbe assestarsi attorno al livello target della Fed (2%) o al di sotto. Le attese di inflazione inoltre rimangono stabili consentendo alla Fed di lasciare il costo del denaro basso ancora a lungo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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