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Questo articolo è stato pubblicato il 11 agosto 2011 alle ore 13:05.
L'ultima modifica è del 11 agosto 2011 alle ore 10:15.

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Le tensioni dei mercati si sono intensificate e rischiano di «propagarsi all'economia reale» zavorrando una ripresa economica su cui grava una «incertezza particolarmente elevata». La Banca centrale europea, che nel suo ultimo bollettino mensile ribadisce come i dati più recenti abbiano già indicato una «attenuazione della crescita».

Debole la ripresa dell'Italia
La ripresa italiana si caratterizza per una «debolezza relativa» se paragonata a quella delle altri grandi economie dell'eurozona, continua il bollettino mensile della Bce, che in un articolo mette a confronto le
dinamiche della ripresa di Germania, Francia, Italia e Spagna, sottolineando le differenze con l'uscita dalle precedenti recessioni.

Governi attivino acquisti bond tramite il fondo salva-Stati
È «fondamentale» che i governi dell'area euro «siano pronti ad attivare la European FInancial Stability Facility nel mercato secondario, in base ad un'analisi della Bce che riconosca, quando l'Efsf sarà operativa, l'esistenza di circostanze eccezionali nei mercati finanziari e di rischi per la stabilità finanziaria».

Stima al rialzo per l'inflazione
Sulla base delle risposte dei 50 previsori interpellati tra il 14 e il 19 luglio sugli andamenti futuri nell'Eurozona, la Bce ha rivisto leggermente al rialzo le stime di inflazione per il 2011 e il 2012, portandole rispettivamente al 2,6% e al 2%, con una revisione al rialzo di 0,1 punti percentuali per entrambi gli orizzonti rispetto all'indagine precedente. Le aspettative per il 2013 sono all'1,9%.

Necessario aumentare i tassi
Nonostante l'aggravamento delle tensioni di mercato degli ultimi giorni, la Banca centrale europea continua a sostenere che i recenti aumenti perati sui tassi di interesse erano "necessari". A partire dal maggio scorso, l'istituzione ha operato due incrementi sul costo del danaro per l'area euro, dall'1 per cento all'attuale 1,50 per cento. Questo per "adeguare l'orientamento accomodante della politica monetaria ai rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi", viene ribadito nell'ultimo bollettino mensile, che, va segnalato, tende a ricalcare fedelmente le comunicazioni fornite al termine della riunione del Consiglio direttivo, la settimana precedente. Soltanto che negli ultimi sette giorni vi sono stati non pochi sviluppi di rilievo del quadro complessivo. Innanzitutto si è appunto ulteriormente aggravato il contesto di tensioni dei mercati, con pesanti crolli delle Borse che hanno incassato il clamoroso declassamento di rating degli Stati Uniti. Poi è giunta l'inattesa decisione della Federal Reserve, la banca centrale americana, sulla volontà di bloccare per ben due anni i tassi di interesse sul dollaro, che sono praticamente a zero (0-0.25%). Se in precedenza ci si attendevano altri futuri rialzi sui tassi di interesse da parte dalla Bce, ora questi mutamenti con risvolti negativi potrebbero inibire anche le manovre rialziste di Francoforte.

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