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Questo articolo è stato pubblicato il 15 agosto 2011 alle ore 12:48.

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Un mercato sotto l'effetto di potenti sedativi, ma che rimane esposto a forti tensioni e potrebbe facilmente cadere nuovamente preda della volatilità. Il quadro del mondo finanziario europeo, dopo una settimana da consegnare agli annali, appare ancora fortemente contrastato, con segnali distensivi sul fronte del debito sovrano grazie agli interventi della Bce sul mercato secondario e notizie allarmanti sul fronte della crescita e della solidità del sistema bancario.

Nel complesso gli esperti mettono in guardia dal confidare troppo nei rialzi messi a segno venerdì grazie all'introduzione del divieto sulle vendite allo scoperto in quattro Paesi dell'Unione.

«Il mercato - spiega Davide Pasquali, presidente di Pharus Sicav - in questo momento è drogato: sul fronte obbligazionario gli acquisti della Bce stanno sostenendo in maniera artificiale la domanda, riportando liquidità laddove ce n'era ben poca sino a qualche giorno fa. Resta però da vedere fino a quando la Bce potrà continuare ad acquistare titoli per miliardi di euro. Sul fronte azionario invece l'introduzione del divieto ha falsato la dinamica del mercato, anche se si tratta di un palliativo destinato a durare poco e che oltretutto leva liquidità dal mercato».

«L'intervento della Bce - aggiunge il trader di una primaria banca europea - ha riportato la calma sul fronte obbligazionario, perché ha alimentato il lato cash degli acquisti, e si è visto il risultato sul fronte degli yield, ma laddove la Bce per suo mandato non può intervenire, il mercato dei Cds, la situazione è alquanto diversa. La stessa Italia, che pure ha visto calare radicalmente lo yield pagato sul decennale e lo spread sui Bund, ha registrato un aumento del costo dei propri Cds, che sono saliti ai massimi. È chiaro dunque che gli elementi di tensione sono rimasti, anche se al momento sembrano nascosti. L'esperienza comunque insegna che quando ci sono episodi di volatilità tanto pronunciati come quelli della scorsa settimana, questi tendono a ripetersi per semplice inerzia, quindi va mantenuta la massima cautela».

L'andamento della volatilità potrebbe essere condizionato in misura decisiva dall'incontro di domani a Parigi fra il presidente francese Nicholas Sarkozy e il cancelliere tedesco Angela Merkel. «I mercati guardano con grande attenzione al loro meeting - spiega Edoardo Chiozzi di Convictions Am - e sperano che dopo tante voci discordanti finalmente esca una dichiarazione armonica che sciolga i dubbi sull'unità di intenti che esiste a livello europeo e che prepari il terreno in vista delle scadenze di settembre, quando occorrerà rendere operativo il fondo salva-Stati europeo. A questo proposito è chiaro a tutti che l'attuale dotazione di 440 miliardi di euro non è sufficiente e che occorre compiere un passo in avanti».

Il summit di Parigi rappresenterà l'elemento di svolta anche secondo Michael Hewson, analista di Cmc Markets. «Le attese sono alte - spiega - e temo che molto probabilmente rimarranno deluse, a meno che la Germania sorprenda tutti aprendo con decisione agli acquisti di titoli di debito da parte della Bce e al rafforzamento della struttura del fondo salva-Stati. A nostro parere è probabile che la volatilità tornerà a dominare i mercati dopo la conclusione di questo vertice».

Cauta, infine, anche l'analisi degli esperti di Nomura. «Ci aspettiamo che la Bce continui a intervenire per tenere i rendimenti dei bond di Italia e Spagna su livelli appropriati - spiegano -, ma riteniamo improbabile che il Fondo che partirà a settembre ne proseguirà l'attività sul mercato secondario del debito». Un dubbio, questo, che potrebbe rimanere come una nube minacciosa sull'orizzonte dei mercati.

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