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Questo articolo è stato pubblicato il 16 agosto 2011 alle ore 08:07.

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TOKYO - Borse asiatiche generalmente in lieve rialzo in una giornata in cui brillano i titoli delle società produttrici di telefonini sull'onda della conquista di Motorola Mobility da parte di Google. L'indice Nikkei della Borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo dello 0,23% a 9.107,43 punti, frenato da uno yen sempre sotto quota 77 sul dollaro e quindi vicinissimo al record storico di 76,25. Se gli acquisti da parte di fondi stranieri spingono l'indice Kospi a Seul alla migliore performance regionale oltre il 4% (anche perché ha "recuperato" la giornata di ieri in cui era rimasto chiuso), le altre piazze si sono mosse in una fascia ristretta entro l'1% di oscillazione, confortate dall'ondata di M&A che ha spinto ieri Wall Street ma ancora caute dopo l'estrema volatilità di settimana scorsa.

Tra i titoli in rialzo, spiccano quelli di società attive nel business della telefonia mobile (che utilizzano largamente il sistema Android di Google ma che ora potrebbero diversificare meglio) come le sudcoreane Samsung Electronics e Lg Electronics, mentre la regina dell'outsourcing Foxconn International è balzata fino intorno al 15% a Hong Kong in quanto ha Motorola tra i suoi grandi clienti e gli investitori si attendono vantaggi dall'accordo con Google. Analogamente, a Taiwan la fornitrice Compal ha raggiunto il limite massimo consentito di rialzo (7%), mentre la Htc ha riassorbito nel finale una avanzata del 3% dopo aver dichiarato che i suoi rapporti con Google non cambieranno.

La notizia che tiene più banco oggi, però, riguarda lo yuan, che appare ormai destinato a una maggiore flessibilità. Lo stesso China Securities Journal ha scritto in un editoriale di prima pagina che è giunto il tempo di allargare la fascia di oscillazione della divisa cinese con il dollaro, attualmente limitata allo 0,5% giornaliero rispetto alla parità centrale decisa d'autorità: secondo l'editoriale, l'attuale sistema ha reso lo yuan non sufficientemente flessibile, finendo per farlo diventare un target di speculazione finanziaria, con l'effetto di attrarre eccessiva liquidità e alimentare le pressioni inflazionistiche sull'economia cinese. La banca centrale cinese ha fissato oggi il riferimento mediano a 6.3925: è il quinto giorno consecutivo di parità ritoccata a un nuovo record. Dovrebbe essere quindi una fascia giornaliera di oscillazione valutaria ampliata il "regalo" che Pechino offrirà al vicepresidente statunitense Joe Biden, il quale sta iniziando la sua tournée asiatica che lo porterà anche in Mongolia e in Giappone. Dall'Australia oggi il presidente della Banca Mondiale Robert Zoellick ha dichiarato che un apprezzamento dello yuan sarebbe positivo sia per contrastare l'inflazione interna sia più in generale per la stabilità economico-finanziaria internazionale.

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