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Questo articolo è stato pubblicato il 31 agosto 2011 alle ore 07:49.

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Christine Lagarde (Olycom)Christine Lagarde (Olycom)

Con la fine di agosto finisce anche la breve stagione di questo "Manuale anticrisi" che ha cercato, in un'estate bollente (in più di un senso), di accompagnare il lettore lungo il cammino tortuoso di queste convulsioni dell'economia e della politica.

Bisogna aggiungere la politica, perché questa crisi non è stata - e continua a non essere - come le altre. L'economia come scienza è da sempre chiamata in Italia "economia politica", mentre in inglese la vecchia e analoga dizione di "political economy" è stata soppiantata, dai tempi di Alfred Marshall, dalla più breve ed economa "economics". Ma l'aggettivo "politica" è meritato e questa coda velenosa della Grande recessione - la crisi da debiti sovrani - è venuta a ricordarcelo.

Se la paura di una ricaduta è venuta a turbare i sogni di mezza estate, trasformandoli in incubi, è perché i reggitori della polis - i governi e i parlamenti - hanno dato meschine prove di sé. In Europa sono mancate misure incisive e coordinate per arginare la sfiducia verso i titoli dei Paesi a rischio (in particolare non si è provveduto ad aumentare adeguatamente le risorse del Fondo per la stabilità), in America si è irresponsabilmente giocato con il default, in Italia l'instabilità della maggioranza ha portato a manovre correttive confuse, inique e strattonate da mille cambiamenti. E dappertutto ci si è preoccupati più del numeratore - il deficit - che del denominatore - il Pil, cioè la crescita.

Insomma, è mancato l'approccio "Goldilocks", come lo ha chiamato il direttore del Fondo monetario Christine Lagarde. La storia di Goldilocks ("Riccioli d'oro") e dei tre orsi è una vecchia favola infantile dell'Ottocento inglese, e narra di una bambina dai riccioli d'oro che si introduce nella casetta dei tre orsi: questi sono andati a fare una passeggiata e hanno lasciato i tre piatti di minestra (porridge) sulla tavola. Goldilocks assaggia il primo piatto - troppo fredda -, il secondo - troppo calda - e finalmente il terzo: questo porridge è il giusto mezzo, non troppo freddo e non troppo caldo. Da allora la "soluzione Goldilocks" è diventata sinonimo del giusto mezzo. E nella presente crisi la sfida, su vari livelli, è appunto quella di adottare politiche che non siano "né troppo calde né troppo fredde".

Prendiamo per esempio il caso delle correzioni di bilancio per svincolarsi dalla trappola delle spirali deficit-debito-interessi-deficit e ancora debito. Una correzione troppo lenta fa accumulare disavanzi e debiti; una correzione più rapida rischia di mettere in ginocchio l'economia ritirando il supporto della domanda pubblica o penalizzando la domanda privata con l'aumento delle tasse. Ci vuole una soluzione Goldilocks: misure di sostegno nel breve periodo accompagnate da credibili misure di correzione nel lungo periodo; cioè misure che, come l'aumento dell'età pensionabile, non portano restrizioni significative subito, sono lente a manifestare gli effetti, ma detti effetti si cumulano nel tempo e riducono tangibilmente gli squilibri nel lungo periodo.

Un altro esempio: trovare il giusto mezzo in quel campo della regolazione della finanza dove si sono originati i problemi che hanno portato alla più forte recessione del dopoguerra. Anche qui bisogna trovare il giusto mezzo: rafforzare la regolazione - e soprattutto il modo di applicarla - così che gli abusi in questione non si ripetano, ma allo stesso tempo non rendere le regole così soffocanti da inibire le innovazioni utili. Anche qui una soluzione Goldilocks è di là da venire.
Un terzo esempio, questa volta nel campo della politica monetaria: abbassare i tassi e creare liquidità, agendo sia sul prezzo che sulle quantità di moneta, ma allo stesso tempo rassicurare i mercati sul fatto che l'eccesso di moneta creata verrà a suo tempo riassorbito e non minaccerà di creare inflazione. Un altro giusto mezzo, un'altra soluzione Goldilocks.

Questa crisi, insomma, non ha visto all'opera i normali meccanismi del ciclo, l'inciampo della caduta e il rimbalzo della ripresa. Ha chiamato in causa non tanto la politica economica quanto la politica vera. Le soluzioni Goldilocks richiedono di mediare fra il "troppo caldo" e il "troppo freddo", di conciliare gli interessi, di affrontare i dissensi ideologici, di placare la contesa sociale: interessi, dissensi e contese che diventano più intensi in tempi di crisi.

Di fronte a queste sfide la politica ha stentato a trovare i ritmi e i passi adeguati. Li troverà? L'augurio è certamente questo. E la speranza è che la soluzione trovata non si riveli effimera quanto un'altra speranza: il pianeta "70 Virginis b" è un pianeta extrasolare nella costellazione della Vergine; scoperto nel 1996 fu battezzato Goldilocks, perché non era né troppo caldo né troppo freddo, e quindi potenzialmente abitabile. Ma le osservazioni del satellite Hipparcos dimostrarono in seguito che Goldilocks era troppo caldo. Ma forse un giorno troveremo il giusto mezzo, sia su questo che su qualche altro pianeta.

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