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Questo articolo è stato pubblicato il 02 settembre 2011 alle ore 10:58.

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La storiaccia dei subprime non è ancora finita. Gli strascichi (legali) sono tutt'ora in corso. Non solo, si prevede una nuova escalation per spingere le banche che prima del 2007 avrebbero collocato prestiti presentati ai risparmiatori come sicuri (ma in realtà agganciati a mutui ipotecari concessi alle categorie meno abbienti) a risarcire i danni o rimborsare il prestito.

L'ultimo atto della saga vede protagonista la Federal Housing Finance Agency (F.H.F.A), l'unità governativa che supervisiona Fannie Mae e Freddie Mac, i primi due gruppi degli Stati Uniti che operano nel campo dei mutui, nazionalizzati dal governo Usa nel 2008 per scongiurarne l'inevitabile fallimento che sarebbe seguito dopo la crisi dei derivati subprime.

Secondo il New York times, la F.H.F.A sarebbe pronta a intentare un'azione legale contro più di una dozzina di banche, fra cui Bank of America, JPMorgan Chase, Goldman Sachs e Deutsche Bank. Istituti già citati in giudizio lo scorso anno. Se entro venerdì non ci saranno sviluppi l'agenzia è pronta a intentare una causa entro martedì, l'ultimo giorno previsto prima che cadano i tempi di prescrizione.

Al 30 giugno 2011 i danni in bilancio dell'ondata subprime sulle due società sono lampanti. Freddie Mac detiene più di 80 miliardi di dollari in titoli garantiti da mutui a rischio (subprime, Option Arm e Alt-A). Di questi stima una perdita di 19 miliardi. Fannie Mae ne detiene 38 miliardi, con perdite che arrivano quasi a 14 miliardi.

Lo sforzo federale è un capitolo nuovo che si inserisce nella lotta di migliaia di risparmiatori statunitensi danneggiati dalla crisi dei mutui spazzatura. Nella maggior parte delle cause individuali o collettive avanzate dagli investitori c'è la richiesta alle banche di riacquistare il prestito iniziale. L'agenzia federale proverà invece la strada del rimborso per perdite sui titoli detenuti da Fannie e Freddie.

L'obiettivo è quindi recuperare quegli oltre 30 miliardi di perdite accusate dalle due società. Si inserisce in questa direzione l'azione legale intentata contro la svizzera Ubs che punta al recupero di 900 milioni di dollari su un pacchetto complessivo di titoli agganciati ai mutui di 4,5 miliardi. Anche se al momento, da quando apprende il quotidiano americano, i negoziati proseguono a rilento.

Tra le altre, il mese scorso il colosso assicurativo Aig (anch'esso salvato dal governo statunitense) ha intentato un'azione legale da 10 miliardi di dollari contro Bank of America.

Al momento le banche citate nell'articolo del New York Times hanno preferito non commentare la notizia. Ma secondo fonti interne potrebbero difendersi sostenendo che il valore dei titoli è crollato non per il modo in cui sono stati impacchettati ma a causa del tracollo del mercato immobiliare. Le stessse banche potrebbero respingere le accuse di Fannie Mae, Freddie Mac e Aig sostenendo che queste erano ben consapevoli di acquistare titoli non garantiti da tripla A.

In una giornata sofferta per i mercati finanziari (in netto ribasso dopo il deludente dato sul lavoro ad agosto negli Stati Uniti) Bank of America è tra i peggiori titoli e cede il 6,5 per cento.

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