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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2011 alle ore 14:46.

Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione in Usa sono salite la settimana scorsa a quota 414 mila dalle 412 mila della settimana precedente. Lo riferisce il Dipartimento del Lavoro.

Gli analisti avevano invece previsto che le richieste calassero a 405 mila unità (secondo un'altra fonte che salissero di mille unità). Le richieste continuative sono scese da 3,75 milioni a 3,72 milioni.

Il numero di lavoratori americani che per la prima volta hanno fatto richiesta per ottenere i sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti è cresciuto la settimana scorsa, dal momento che una ripresa economica ancora debole impedisce un significativo miglioramento del mercato del lavoro. La notizia arriva nel giorno in cui il presidente americano Barack Obama presenta il suo piano a sostegno dell'occupazione.

La media delle quattro settimane, più attendibile in quanto non soggetta alle fluttuazioni del mercato, è cresciuta di 3.750 unità, a quota 414.750 unità.

Piccolo segnale positivo viene dal fatto che il numero complessivo dei lavoratori che ricevono sussidi di disoccupazione per più di una settimana - relativo alla settimana terminata il 27 agosto, l'ultima per la quale è disponibile il dato - è calato di 30.000 a 3,717.000 unità.

Il tasso di disoccupazione per i lavoratori con assicurazione è rimasto invariato al 3 per cento.

Anche la bilancia commerciale inferiore alle attese.
A luglio, in seguito a un boom delle esportazioni e una riduzione delle importazioni, il deficit commerciale degli Stati Uniti ha riportato il calo più vistoso in oltre due anni e mezzo. Secondo quanto reso noto dal dipartimento del Commercio di Washington, il deficit è sceso del 13,1% a 44,81 miliardi di dollari dai 51,57 miliardi di dollari di giugno (dato rivisto al ribasso dai 53,07 miliardi di dollari della prima stima). Gli analisti attendevano un calo più vistoso a 51 miliardi di dollari. Non considerando l'inflazione, le esportazioni americane sono cresciute del 3,6% a 178,04 miliardi di dollari, mentre le importazioni sono diminuite dello 0,2% a 222,84 miliardi di dollari.

Scomponendo l'indice, le importazioni di beni petroliferi sono scese a 29,31 miliardi di dollari dai 31,45 miliardi di dollari del mese precedente. Mentre le importazioni di tutti i beni energetici sono crollate a 37,17 miliardi di dollari dai 39,38 miliardi di giugno.

Dal punto di vista geografico, il deficit commerciale con la Cina è invece aumentato dell' 1,1% a 26,96 miliardi di dollari, il livello più alto dallo scorso settembre. Mentre l'indebitamento con il Messico è sceso del 23,4% a 4,90 miliardi di dollari e quello con l'Eurozona è diminuito del 13,4% a 7,72 miliardi di dollari.

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