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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2011 alle ore 15:01.
Londra marcia verso la più radicale riforma del sistema bancario britannico in decenni e tenta di replicare, unica al mondo, all'irrisolto dilemma del too big to fail, troppo grandi per poter fallire, posto dalla crisi del credito.
Le banche di Sua Maestà non potranno più essere "troppo grandi", soprattutto non potranno più essere globali nell'accezione fino ad ora accolta. La Independent commission on banking presieduta da sir John Vickers, docente di Oxford ed ex chief economist della Banca d'Inghilterra, ha diffuso le sue conclusioni.
Le attività retail e a favore delle Pmi sarano separate da quelle di investment banking e dalle maggiori attività commerciali con la totale divisione, anche dei board nonostante la società possa restare unica. I flussi di capitali fra i due lati della trincea bancaria saranno bloccati per evitare che la banca d'investimento possa finanziarsi dal lato retail. Qust'ultimo, inoltre, dovrà avere un core capital ratio non inferiore al 10 % e un sistema di protezione dalle perdite molto più solido e rigido di quello attuale. «Sono meccanismi – ha precisato sir John Vickers – che se in vigore nel 2008 avrebbero impedito sia il crollo di Rbs che non avrebbe mai potuto acquisire Abn Amro sia la caduta di Northern Rock».
Non possono bastare a proteggere Londra dalle conseguenze di una crisi globale, ma secondo la commissione la City sarà tutelata molto più di prima. La preoccupazione principale era individuare meccanismi capaci di evitare il ripetersi del salvataggio pubblico delle banche ai danni del contribuente e il conseguente blocco dei crediti alla imprese. La protezione riguarderà di fatto solo il lato retail che avrà gli strumenti per difendersi, lasciando l'investment banking più libero di agire, ma anche di subire le eventuali conseguenze delle proprie azioni. Divisi e quindi più piccoli.
Questi i suggerimenti che il Governo per bocca del Cancelliere George Osborne ha già annunciato di voler accogliere entro questa legislatura. Diverranno legge nei prossimi mesi ed entreranno in vigore con Basilea III entro il 2019. Le misure avranno per la banche inglesi un costo che sfiora i 7 miliardi di sterline l'anno in linea con le aspettative. Il mercato ha replicato molto male in apertura con Rbs in caduta di più del 5% e Barclays del 4 per cento. Al termine della seduta Rbs -3,40%, Barclays -1,18 per cento.
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