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Questo articolo è stato pubblicato il 19 settembre 2011 alle ore 13:02.

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Le misure di austerità contenute nella manovra approvata mercoledì scorso dal Parlamento italiano sono negative ai fini del merito di credito per le Regioni e gli enti locali del Paese in quanto mettono sotto ulteriore pressione bilanci già sotto stress e introducono incertezze sui poteri e le responsabilità dei Governi locali. Così Moody's in un commento diffuso all'interno del Weekly Credit Outlook.

L'agenzia nota inoltre come la riduzione della spesa, causata dalle ristrettezze di bilancio, ostacolerà la capacità degli enti locali di fare investimenti, «il che influenza negativamente lo sviluppo economico del Paese». Gli analisti di Moody's rilevano anche come «al momento le incertezze sul progetto di eliminazione delle 108 province superino i potenziali benefici in termini di risparmi, per lo meno nel breve termine».

Impatto su tre anni sarà di circa 25 miliardi di euro
Sforzi fiscali più severi e più imminenti, sottolinea Moody's. Anticipando l'obiettivo di pareggio di bilancio al 2013 dal 2014, le nuove misure di austerità riducono di 7 miliardi di euro i bilanci 2012-13 di regioni e enti locali, che ora hanno quindi meno tempo per adeguarsi al contesto. Assieme alle misure del luglio 2011, l'impatto su regioni e enti locali sui tre anni sarà di circa 25 miliardi di euro, poco meno del 3% dei loro bilanci annuali. Tra l'altro, le iniziative per aumentare le entrate accordate agli enti locali (tasse addizionali e proventi da lotta all'evasione) compenseranno solo parzialmente i tagli dei trasferimenti, senza contare che mentre l'entità dei tagli é certa, non lo sono altrettanto i proventi dalla lotta all'evasione.

Tagli trasferimenti diluiranno benefici da maggiore autonomia
I tagli dei trasferimenti a province e città - nota ancora Moody's - diluiranno i benefici derivanti alla maggiore autonomia sul fronte delle entrate permessa dalla riforma sul federalismo fiscale. Sulla questione dell'eliminazione delle province, Moody's rileva a anche che in generale, le modifiche istituzionali previste limitano la capacità di pianificazione degli enti locali. All'agenzia non sfugge poi che la riforma costituzionale che sarà necessaria in materia richiederà un lungo periodo per la sua attuazione e molto probabilmente anche un lungo dibattito politico. A ciò si aggiunge il fatto che la riforma prevede al tempo stesso la creazione di due livelli di governo locale (i consorzi di comuni e le città metropolitane) che ricadranno sotto la giurisdizione delle regioni e molto probabilmente assumeranno le responsabilità e le passività delle province. Le province hanno un debito aggregato di circa 9 miliardi di euro, pari al 9% del debito degli enti pubblici locali, con un budget operativo di circa 9,5 miliardi nel 2010.

«Entro il prossimo mese» il giudizio sul rating
Moody's, che il 17 giugno scorso ha messo sotto esame per un possibile abbassamento il rating dell'Italia (Aa2), nella tarda serata di venerdì ha reso noto che lo mantiene sotto esame «alla luce del sempre più difficile contesto economico e finanziario e della fluidità degli sviluppi politici dell'area euro». L'agenzia cercherà di arrivare a una decisione «entro il prossimo mese». A motivare la messa sotto esame dell'Italia a giugno erano state a) le sfide alla crescita dell'economia dovute alle debolezze macroeconomiche strutturali e la probabilità di un aumento dei tassi di interesse nel tempo, b) i rischi relativi all'attuazione dei piani di consolidamento fiscale necessari per ridurre lo stock del debito e mantenerlo a livelli gestibili, c) i rischi derivanti dalle mutate condizioni di raccolta per gli emittenti sovrani con un alto livello di debito.

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