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Questo articolo è stato pubblicato il 20 settembre 2011 alle ore 16:55.

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Per il Wall Street Journal la mossa di S&P è “un colpo al governo Berlusconi” già in difficoltà nel riformare l’economia.  Motivata dalla “crescita debole” e dalla “fragilità politica” che, secondo l’agenzia di rating, “renderanno più dura per l’Italia sventare la crisi dell’eurozona”, la decisione rappresenta un ulteriore ostacolo per l’economia italiana.

“E’ un altro colpo all’Italia”, che già vacillava dopo un’asta titoli con domanda tiepida e tassi d’interesse nettamente più alti, scrive il Wsj. Il declassamento “potrebbe mettere ancora più pressione su Moody’s affinché tagli il suo rating sul Paese quando terminerà la sua revisione a metà ottobre”.

Probabilmente, osserva ancora il quotidiano Usa, “il downgrade alzerà i costi di finanziamento dell’Italia e intensificherà la pressione sul primo ministro Silvio Berlusconi, confrontato a richieste di dimissioni per il suo insuccesso, finora, nell’adottare misure per riformare la stagnante economia italiana e respingere lo scetticismo degli investitori”.

Nonostante il varo della manovra da 54 miliardi di euro, c’è ancora la percezione che l’Italia sia in una fase in cui cerca di cavarsela, si arrampica sugli specchi ed è “politicamente irresponsabile”, dice al Wsj Nicholas Spiro, managing director della società di consulenza Spiro Sovereing Strategy.

Secondo il quotidiano americano, il declassamento potrebbe anche scatenare di nuovo vendite nel settore bancario italiano. Le banche italiane detengono molta parte dei titoli del debito nazionale e ciò ha consentito loro di superare il peggio della crisi finanziaria. Ma adesso il deterioramento dell’affidabilità creditizia dell’Italia “pesa sui bilanci di giganti come Intesa Sanpaolo e Unicredit”.

L’Italia – ricorda il Wall Street Journal in un articolo intitolato “Roma perde tempo mentre la Grecia brucia” – è considerata dagli investitori l’anello più debole della catena dopo la Grecia. Per rassicurare i mercati, “un credibile piano di privatizzazioni” potrebbe aiutare. E il posto più ovvio dove cominciare, scrive il Wsj, sono le partecipazioni statali del 30% in Enel ed Eni.

“L’Italia respinge il declassamento S&P”, titola il New York Times. “L’annuncio di Moody’s di prolungare di un mese la revisione del rating dell’Italia ha dato al mercato un falso senso di sollievo”, dice al Nyt Colin Tan, analista di Deutsche Bank. L’Italia – aggiunge – ha coperto il 77% dei suoi bisogni di finanziamento del debito per il 2011, ma deve ancora raccogliere altri 100 miliardi di euro entro la fine dell’anno.

“Ora tocca agli italiani odiare S&P”, è la battuta del Daily Beast, il sito web di Newsweek, alludendo al recente downgrade degli Stati Uniti che S&P ha declassato da AAA ad AA+ per la prima volta nella sua storia.

“Il declassamento del voto dell’Italia attizza la paura del contagio nella zona euro” titola a tutta pagina Le Monde nella sua versione elettronica. Eppure, scrive, le Borse avevano anticipato l’abbassamento del voto dell’Italia.

Standard & Poor’s declassa l’Italia e M. Berlusconi”, scrive da Roma il corrispondente Philippe Ridet. “L’Italia non è riuscita a rassicurare”, nonostante il piano d’austerità.

Per le Monde si tratta di una “doppia sanzione: per l’economia e per la classe politica italiana” della quale Berlusconi è un simbolo. “Simbolo dell’incapacità del Paese di convincere sulla sua volontà di condurre le riforme imposte dall’ampiezza del debito”. Secondo il quotidiano francese, la maggioranza “è sull’orlo dell’implosione”.

Les Echos tira un sospiro di sollievo: le banche francesi resistono all’abbassamento del voto italiano. Dopo le critiche di Palazzo Chigi, rileva che S&P difende la propria posizione. Ma sul suo sito web propone un sondaggio: “Vi fidate delle agenzie di rating?”.

“Berlusconi denuncia la decisione di Standard & Poor’s” è il titolo alla ribalta del sito di Le Figaro. Attenzione: se oggi è l’Italia “nel mirino delle agenzie”, domani potrebbe toccare ad altri: “Nessun Paese è ormai al riparo da un declassamento”. L’Italia “declassata” è sulla homepage del Nouvel Observateur e di Libération, che titola: “Crisi debito, è il turno dell'Italia”.

C’è preoccupazione sui media spagnoli: “La Spagna ha un mese per evitare la sorte dell’Italia”, osserva El Pais. La corrispondente Lucia Magi parte dalla mancata liberalizzazione degli ordini professionali, l’esempio citato da S&P per mostrare come il ristagno politico blocca il Paese.

El Mundo mette in evidenza che “Berlusconi si scaglia contro S&P dopo il declassamento del debito italiano”. “Il fulcro della crisi si sposta in Italia, che paga un interesse record per il suo debito”, nota Abc.es. Il giornale economico Expansion titola: “S&P non si fida del piano di aggiustamento dell'Italia e abbassa il suo rating”. E intanto il premio di rischio dell’Italia è tornato ad avvicinarsi a 400 punti base.

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