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Questo articolo è stato pubblicato il 23 settembre 2011 alle ore 16:04.
L'economista Nassim Nicholas Taleb si dice ottimista sulla situazione economica italiana. Sottolinea che il rischio di un paese come ad esempio l'Irlanda è dieci volte superiore, a causa del maggior debito, e mette in evidenza come l'attuale crisi abbia un effetto positivo, visto che sta spingendo i governi a una maggior disciplina di bilancio e a ridurre il debito. Ne ha parlato a margine del consiglio generale delle Assicurazioni Generali, dove è intervenuto come relatore. È un'opinione fuori dal coro quella di uno degli studiosi più ascoltati dalla comunità economico-finanziaria internazionale e uno dei 50 personaggi più influenti del mondo secondo un recente sondaggio
«Io sono positivo sull'Italia - afferma -. Molti problemi sono stati esagerati e anzi io vorrei che ci fosse la stessa ansia che c'è qui rispetto ad esempio ai livelli della spesa pubblica degli Stati Uniti». «L'Italia è oggi molto più ricca di com'era - all'inizio del secolo scorso, sostiene -. Gli attuali problemi richiedono solo alcune limitazioni che non comporteranno un'inversione dello stato generale di benessere».
In Europa «avete rischi identificabili e quando questo avviene, lì è la soluzione», spiega, rilevando che la fragilità europea deriva in gran parte dal debito sovrano, «perché la gente ha vissuto sopra i propri mezzi. Ma è un problema da ricchi, non da poveri». L'Italia «oggi è molto più ricca di quanto fosse negli anni '70-'80 e la soluzione richiede di stringere un po' la cintura», il che non è troppo difficile». Quindi «l'Italia non è un gran problema, perché è un Paese che ha un grande dinamismo dovuto anche al fatto che durante tutta la sua storia ha avuto governi deboli. Quindi il business dell'Italia è gestire governi deboli».
La teoria del cigno nero
Libanese naturalizzato americano, esperto di matematica finanziaria, saggista, docente universitario, amministratore di un hedge fund, Taleb è noto a livello mondiale per la teoria del cigno nero in cui sostiene come siano in realtà gli eventi improbabili e non quelli prevedibili a dominare le nostre vite, e ha elaborato successivamente la propria teoria soffermandosi su quanto è antifragile, ovvero maggiormente attrezzato per resistere ai rischi comunque incombenti. «Io sono un esperto dalla fragilità - racconta di sè - e dell'attuale crisi penso che già il fatto che abbia un'identificabilità sia una soluzione. Quando un rischio è identificato, non è più un rischio: se ci sono degli squali al largo, non faccio il bagno e a quel punto è maggiore il rischio che io abbia un incidente andando in spiaggia, che non quello di venir mangiato da uno squalo». «In Italia la crisi è molto esagerata - conclude - ma in fondo la paranoia è il modo migliore per sopravvivere». Nel caso della crisi attuale, si è ottenuta da parte dei governi «una maggior disciplina di bilancio e l'impegno a cercare un surplus di bilancio». (En.Br.)
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