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Questo articolo è stato pubblicato il 26 settembre 2011 alle ore 22:05.
L'ultima modifica è del 26 settembre 2011 alle ore 17:35.

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Intanto a mettere in guardia dalle ipotesi più spinte è stato Yves Mersch, governatore della Banca centrale del Lussemburgo, che puntualizzando a sua volta come non si possano escludere le ipotesi di taglio dei tassi, ha però affermato come siano «sfrenate» quelle che indicano una riduzione da mezzo punto a ottobre. La prossima riunione del consiglio direttivo della Bce - in cui siedono i governatori delle banche centrali di tutti i Paesi dell'area euro - si svolgerà il 6 ottobre, in trasferta a Berlino.

Inoltre, dopo un iniziale scetticiscmo, il maxi-piano per aiutare l'Eurozona varato nel weekend, convince in parte qualche operatore: «Le ipotesi di un piano da 3mila miliardi a favore dell'euro, pur se al momento mancano dettagli, dà idea di un minimo di azione concertata da parte dei policy maker, e peraltro andrebbe nella direzione auspicata dal mercato. Per ora comunque si tratta ancora solo di un rimbalzo», spiega un analista.

Sprint delle banche francesi su ipotesi aiuti da 10-14 miliardi
Giornata di forti rialzi anche per Bnp Paribas, Credit Agricole e Société Générale. Secondo la stampa locale il governo sarebbe pronto a un intervento da 10-14 miliardi per ricapitalizzare gli istituti a causa dell'esposizione in titoli greci.

Spread Bund/Btp in discesa a 380 punti base
In questo clima si raffredda lo spread BTp/Bund a 10 anni si tiene sotto i 400 punti base all'avvio di una settimana impegnativa per le aste del Tesoro italiano. Il differenziale di rendimento tra titoli italiani a dieci anni e analoga scadenza tedesca è sceso a circa 380 punti base, dopo un picco iniziale a 396 d contro i 390 punti base di venerdì sera.

Le operazioni delle Bce sui titoli di Stato
La scorsa settimana la Banca centrale europea ha consistemente ridotto i suoi acquisti di titoli di Stato dell'area euro: ad un ammontare totale di 3,952 miliardi di euro a fronte dei 9,793 miliardi della settimana precedente. Tuttavia questi dati, forniti dalla stessa Bce, tendono a non incorporare le operazioni effettuate negli ultimi due giorni della settimana dei mercati - che va da lunedì a venerdì - e proprio giovedì scorso erano circolate voci di Borsa di massicci ordini della Bce dopo che si erano ricreate tensioni sui titoli di Stato di Italia e Spagna, facendo riallargare i loro differenziali di rendimento rispetto alla Germania.

Fari puntati sull'asta di domani
I mercati attendono l'esito dell'asta di titoli di Stato italiani che si terrà domani. Sarà un'asta pesante, ma la domanda per i BoT e i CTz offerti dal Tesoro non dovrebbe mancare. Lo segnalano gli operatori interpellati da Radiocor in vista dei collocamenti che domani porteranno sul mercato 14,5 miliardi tra BoT (a 72 giorni e 6 mesi) e CTz.

Oro sotto 1600 dollari
Continuano le forti vendite sull'oro, secondo molti operatori troppo caro per essere considerato un bene rifugio. Per la prima volta dal luglio scorso l'oro scende sotto i 1.600 dollari. Il metallo prezioso a consegna immediata perde il 3,5% a 1.598,75 dollari. Sotto tale soglia e ai minimi da luglio, anche i futures a dicembre, che cedono il 2,6% a 1.597 dollari l'oncia. Il calo coinvolge tutte le materie prime. L'argento perde più del 15% a 26,455 dollari, sotto quota 27 per la prima volta da gennaio. Il rame cede il 4,1% a 7,055 dollari, ai minimi da oltre un anno, dopo aver perso il 15% la scorsa settimana. Il petrolio resta abbondantemente sotto gli 80 dollari al barile, a New York è sceso fino a 78,23 dollari con un calo del 2%.

Focus Tokyo
La Borsa di Tokyo chiude la seduta con un tonfo del 2,17%. Dopo il lungo week end festivo e il drammatico appello del G20 ai governi europei di intensificare gli sforzi per contenere la crisi del debito sovrano, il Nikkei brucia 186,13 punti e si attesta a quota 8.374,13, ai minimi dall'aprile 2009. Pesanti tutte le piazze asiatiche da Hong Kong -1,48% e Shanghai l'1,6% ma anche Singapore -2,5%, Mumbai -1,8%; Taiwan -2,4%, Seul -2,64%, Sydney -1,01%. Fuga di capitali anche dalle borse del sud est asiatico: Bangkok cede il 7,8% e Giacarta il 5,28%.

Parità yuan/dollaro al massimo storico
La crisi del debito sovrano deprime anche l'euro
che è sceso fino a 1,3360 dollari (1,3524 venerdì) per poi risalire a 1,3460 dollari. L'euro è sceso inoltre fino a101,88 yen (103,21 venerdì), nuovo minimo da dieci anni per poi attestarsi a 102,80 yen. La Cina, nel frattempo, ha deciso a sorpresa di alzare il tasso di riferimento dello yuan rispetto al dollaro statunitense a un nuovo record storico di 6,3735 (venerdì era 6,3889). Un mossa a sorpresa che mira a inviare un messaggio di stabilità agli investitori. Il governatore della Banca centrale cinese (Pboc), Zhou Xiaochuan ha confermato che la dinamica di crescita economica rimane relativamente forte, ma che nel breve periodo, la Cina deve affrontare «le sfide di un rapido aumento dei prezzi e di un maggiore afflusso di capitali».

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