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Questo articolo è stato pubblicato il 04 ottobre 2011 alle ore 16:15.
L'ultima modifica è del 04 ottobre 2011 alle ore 10:29.

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Dopo il tonfo del 10% della vigilia, il titolo della banca franco-belga Dexia è in picchiata anche oggi alla Borsa di Bruxelles, all'indomani di un consiglio d'amministrazione straordinario che ha lasciato trapelare la possibilità di uno smantellamento della banca franco-belga, travolta dalla crisi. Alla Borsa di Bruxelles il titolo è sceso fino ad un minimo di 0,851 euro con un tonfo del 37% per poi risalire a 1,03 euro con una perdita del 20%.

Garanzia dei governi francese e belga
I governi francese e belga, co-azionisti di Dexia, si sono impegnati
pubblicamente a «fornire la loro garanzia ai finanziamenti» raccolti dal gruppo a rischio di smantellamento. «Nel quadro della ristrutturazione gli stati belga e francese, in collegamento con le banche centrali, prenderanno tutte le misure necessarie per assicurare la sicurezza dei
depositanti e dei creditori» é scritto in un comunicato congiunto dei ministri delle Finanze dei due Paesi.

Vertice ministeriale a Bruxelles
Nel frattempo il Premier belga Yves Leterme ha convocato per stasera alle 20 una riunione d'urgenza ristretta del consiglio dei ministri a Bruxelles con il titolare delle Finanze Didier Reynders e responsabili di altri dicasteri per discutere la situazione del gruppo. Didiers ha assicurato che il governo ha intenzione di «fare di tutto per preservare la situazione» della parte belga della banca, «solida» grazie ai depositi dei risparmiatori del Belgio. Inoltre ha ribadito che «la banca è ancora molto forte»; che«da alcuni anni, c'è una garanzia per i clienti che copre sino a 100mila euro per conto»; che si attendono ora le «proposte concrete del vertice della Dexia»; che sarà trovata una soluzione in accordo con Parigi.

Il cda
Dopo una riunione fiume di cinque ore che si è protratta fino all'alba di oggi, il Consiglio di amministrazione di Dexia ha dato mandato al Ceo, Pierre Mariani di «preparare, di concerto con stati e autorità di controllo, le misure necessarie per risolvere i problemi strutturali che penalizzano l'operatività del gruppo e individuare nuove prospettive di sviluppo alle storiche attività in Francia e Belgio».

Tra le ipotesi al vaglio, la creazione di una bad bank in cui far convergere i titoli tossicì (95 miliardi di asset a rischio) che dovrà avere comunque la garanzia dei governi. Nella bad banl potrebbero rientrare Dexia Credit Local, l'italiana Crediop e la spagnola Sabadell. Si parla anche di vendita della parte belga della banca. Nonchè di cessione separata della banca turca DenizBank, dell'asset management (due tra le attività più redditizie del gruppo) e delle attività canadesi. Va ricordato che ogni nuovo aiuto a Dexia dovrà avere il via libera della Commissione Antistrust europea.

Il ministro delle Finanze belga che ha discusso ieri i problemi dell'istituto con il collega francese, Baroin, a margine della riunione dell'Eurogruppo in Lussemburgo, ha assicurato che vedrrà trovata una soluzione congiunta.

Dexia aveva in portafoglio a fine giugno titoli di stato greci per 3,8 miliardi di euro e una esposizione creditizia verso Atene di 4,8 miliardi di euro a fronte di una capitalizzazione di mercato di 2,5 miliardi di euro. Al 30 giugno 2011 la banca aveva un portafoglio di titoli di stato di Grecia, Italia, Portogallo, Olanda e Irlanda per complessivi 21 miliardi di euro e un portafoglio obbligazionario complessivo di 95,3 miliardi di euro, in calo dai 111,7 miliardi al 30 giugno 2010. Grazie alla cessione di asset non strategici per 74 miliardi di euro realizzata tra fine 2008 e giugno 2011, il totale di Bilancio del gruppo è sceso, nel periodo, a 518 miliardi da 651 miliardi di euro.

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