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Questo articolo è stato pubblicato il 04 ottobre 2011 alle ore 09:51.
Corsa contro il tempo per il salvataggio dell'ospedale San Raffaele di Milano. Ieri è infatti tornato a riunirsi il consiglio di amministrazione della Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor. L'incontro, fanno sapere da via Olgettina, sarebbe stato «di aggiornamento» sull'andamento dei lavori in vista delle due scadenze cruciali per il colosso sanitario fondato da don Luigi Verzè e oberato da debiti per circa 1,5 miliardi di euro: entro il 10 ottobre il consiglio ha assicurato che presenterà la domanda di concordato e per il 12 ottobre è fissata l'udienza davanti al Tribunale fallimentare per discutere la richiesta di fallimento presentata nei giorni scorsi dalla Procura di Milano. Sul piano di concordato stanno lavorando Orlando Barucci dello studio Vitale e Associati e l'avvocato Francesco Gianni.
I vertici del San Raffaele, guidati dal vice-presidente Giuseppe Profiti, si sono comunque fissati una deadline: il piano, con tutti i dettagli su come si procederá al risanamento e al rilancio del gruppo medico-scientifico, «sará pronto entro il 7 ottobre» nella sua versione definitiva. In tempo, quindi, per l'appuntamento del 10 ottobre.
La linea è quella annunciata in occasione del consiglio di amministrazione del 14 settembre scorso: con l'offerta congiunta dello Ior e della famiglia Malacalza (250 milioni), punto di partenza per arrivare alla costituzione della newco su cui si dovrà poi costruire il rilancio.
Nel perimetro del nuovo veicolo ci saranno le attivitá ospedaliere e sanitarie (compreso Laboraf, Resnati e Science Park) e il 50% di Blu Energy (l'impianto che fornisce energia alle strutture), ma non sarà incluso il Brasile. Nella newco confluirà anche tutto il personale e parte dei debiti: il finanziamento Bei e ulteriori passivitá. Se tutto verrá confermato, nella proposta di acquisizione potrebbero alla fine rientrare passivitá per circa 750 milioni di euro.
Oggi, secondo le indiscrezioni, è inoltre previsto un incontro tra le banche creditrici (tra le quali Intesa Sanpaolo, Bpm, Bnp Paribas e UniCredit) della Fondazione e gli advisor di via Olgettina. L'assenso degli istituti di credito, rappresentati dall'avvocato Gregorio Gitti, resta infatti fondamentale per il raggiungimento di un'intesa. (C.Fe.)
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