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Questo articolo è stato pubblicato il 07 ottobre 2011 alle ore 07:38.

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BERLINO - La Banca centrale europea è andata ieri in soccorso delle banche, promettendo nuove immissioni di liquidità illimitata, ma ha mantenuto invariati i tassi d'interesse, nonostante i crescenti segnali di un brusco rallentamento dell'economia dell'area euro, che, secondo molte previsioni di mercato, potrebbe finire in recessione entro fine anno.

Nella sua ultima conferenza stampa, al termine di otto anni di mandato, di cui i quattro più recenti di «acque turbolente, tempeste, uragani inattesi», Jean-Claude Trichet, che il 1° novembre lascerà la presidenza a Mario Draghi, ha annunciato che la Bce realizzerà due operazioni di rifinanziamento a un anno a favore del sistema bancario, prolungherà le sue normali operazioni a più breve termine a tasso fisso con quantità illimitate almeno fino a metà del 2012 e acquisterà 40 miliardi di euro di covered bond emessi dalle banche. Si tratta di strumenti già adottati dall'istituto di Francoforte nei mesi successivi al collasso di Lehman Brothers che aveva portato a una paralisi totale dell'interbancario e dei covered bond.

«La situazione del settore bancario - ha dichiarato Trichet - richiede particolare attenzione, tenendo conto dell'interazione fra i problemi del rischio sovrano e le necessità di finanziamento delle banche». Dopo le forti pressioni di mercato delle scorse settimane sulle banche e le loro acute difficoltà a finanziarsi con capitali privati, evidenziate anche da un sondaggio pubblicato ieri dalla Bce, la banca ha ritenuto, secondo una fonte, che la priorità fosse assicurare loro accesso alla liquidità.
Delle due operazioni a un anno, la prima verrà realizzata già nel mese di ottobre, la seconda a dicembre, ma in modo che copra anche la scadenza di fine anno del 2012, momento sempre delicato per i mercati, di fatto offrendo alle banche liquidità illimitata fino al gennaio 2013.

Trichet ha insistito però che le banche vanno ricapitalizzate, con utili non distribuiti, moderazione nelle retribuzioni, ricorso ai mercati e, se necessario, a capitali pubblici, compreso il fondo salva-Stati Efsf. Su quest'ultimo, ha ribadito la posizione della Bce, contraria all'utilizo della banca stessa per aumentarne, attraverso la leva finanzaria, le risorse. «I Governi hanno i mezzi per farlo» ha detto il presidente della Bce.
Sulla decisione di non tagliare i tassi d'interesse, mantenendoli all'1,5%, il consiglio si è spaccato: è stata presa «per consenso», non all'unanimità, ha ammesso Trichet. Il mese scorso la porta era stata lasciata aperta a una riduzione ma ha pesato sul giudizio finale il dato dell'inflazione di settembre, balzata al 3%, dal 2,5 di agosto. Per qualche mese, l'inflazione resterà sopra il 2%, ha spiegato Trichet, per poi declinare. La banca ha riconosciuto anche che i rischi di peggioramento si sono «intensificati» e che le tensioni sui mercati e gli effetti sfavorevoli sulle condizioni finanziarie probabilmente ridurranno la crescita nella seconda metà dell'anno.

Dal comunicato, è stata inoltre rimossa l'espressione «accomodante» riferita alla politica monetaria. Si lascia quindi alla prima riunione presieduta da Draghi, il prossimo 3 novembre, l'opzione del taglio dei tassi, pur senza impegnarlo ad agire. Secondo alcuni osservatori, la Banca avrebbe voluto evitare di sconfessare a così breve distanza di tempo i rialzi dei tassi decretati nei mesi scorsi. Fonti della Bce notano peraltro che le misure adottate sulla liquidità contribuiranno a far scendere l'Eonia, il tasso overnight, in questo modo allentando le condizioni finanziarie, tenendo di scorta il taglio dei tassi in caso di un ulteriore peggioramento dell'economia, che, secondo i mercati, è già nelle carte.

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