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Questo articolo è stato pubblicato il 10 ottobre 2011 alle ore 09:29.

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All'inizio di agosto il primo sussurro su Société Générale è un cinguettio: la banca francese già colpita dalla maxitruffa del trader Jérome Kerviel è data per spacciata da un tweet. Il sito di microblogging è il principale colpevole delle voci incontrollate (e infondate) del disastro in Borsa, più dell'articolo del britannico Mail on Sunday che pubblica la stessa catastrofica notizia. Quel giorno le banche francesi crollano sul listino, SocGen perde quasi il 15 per cento.

Qualche settimana dopo, a metà settembre, viene ancora dal social network l'indiscrezione capace di cambiare l'umore dei mercati globali. Zerohedge, tweeter e blogger seguitissimo da chi lavora nella finanza, anticipa una breaking news rilanciata dall'account del Financial Times che ne fa la prima notizia del giornale: un fondo cinese è interessato a comprare debito italiano. Il nostro ministero dell'Economia conferma i contatti, il Dow Jones, che aveva viaggiato in negativo per gran parte della seduta, raccoglie il segnale di fiducia e chiude in rialzo.

Quando un'azione scatta o su un settore piovono le vendite, insomma, il responsabile può non essere un fat finger ma i 140 caratteri rilanciati dalla rete nata nel 2006: «I trader di opzioni, in base ai volumi di put/call, indicano questi quattro titoli come pronti al rimbalzo» suggerisce @Kapitall; «Voci di take over per Cree sul Nasdaq. Non confermate» rivela @RANsquawk.

A guardarlo bene, il matrimonio fra Twitter e la finanza era inevitabile: entrambi veloci e amanti di poche parole, anglofoni di nascita, a loro agio con il tempo reale. Una ricerca dell'Indiana University di luglio sostiene poi che come ogni coppia, quando la moglie sta tranquilla, il marito rende di più. Se Twitter cinguetta poco, la Borsa sta meglio e chiude col segno all'insù.

Proprio l'immediatezza dei tweet e la velocità delle contrattazioni stanno cambiando le abitudini di chi ha bisogno di news in tempo reale: accanto al terminale con grafici e quotazioni, al telefono e alle agenzie di stampa finanziarie, il trader professionista ha un nuovo strumento di lavoro che tuttavia non è ancora per tutte le necessità. «In Italia non ha la stessa diffusione rispetto all'estero – spiega Marco dal sales desk di un istituto francese – per questo motivo se operi a Piazza Affari e cerchi indiscrezioni su società quotate a Milano può essere più utile un occhio a siti come Dagospia. Sugli altri mercati però è diverso: i colleghi di Londra lo usano continuamente».

A sentire gli stakanovisti dei listini sono una decina gli account per cui vale la pena tenere una finestra aperta in un angolo del proprio computer. Alcuni sono più istituzionali, perché legati ai siti internet di grandi gruppi editoriali come Market Watch (@MarketWatch, 300mila followers) o la versione inglese dello Spiegel (@SPIEGEL_English, 30mila) e servono innanzi tutto per avere in tempo reale dati macroeconomici, notizie ufficiali, copertura degli eventi della giornata economica e finanziaria, andamento dei vari mercati internazionali. Essenziali, ufficiali, tempestivi, sono la base per seguire la giornata azionaria sulle piazze chiave.

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