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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2011 alle ore 15:16.
Parigi. Ultima tappa collegiale prima dei due appuntamenti che contano davvero – il vertice di Bruxelles del 23 ottobre e il G20 dei capi di Stato e di Governo d'inizio novembre a Cannes – il summit dei ministri delle Finanze e dei Governatori dei Paesi del G20 di questa sera e domani a Parigi servirà soprattutto per dare all'eurozona la possibilità di rassicurare i partner. Da mesi i riflettori del mondo sono infatti puntati sul cuore dell'Europa, elemento forte di instabilità sui mercati e di timori sulle prospettive di crescita.
I rappresentanti europei, presidenza francese in testa, dovranno quindi spiegare e convincere. Spiegare quali sono le iniziative per far fronte alla crisi e convincere che questa volta funzioneranno.
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Il primo tema è quello relativo alla ricapitalizzazione delle banche, fino a qualche giorno fa esclusa perché "non ce n'era bisogno". I dubbi che si sono espressi con il crollo dei titoli in Borsa hanno evidentemente convinto i dirigenti europei che invece il bisogno c'è e che anzi è necessario procedere rapidamente. In un modo o nell'altro (da sole, con l'aiuto degli Stati e, chissà, del Fondo europeo di stabilità) le banche saranno quindi chiamate ad aumentare i loro livelli di capitalizzazione, in modo da raggiungere già a metà 2012 i ratio di mezzi propri inizialmente previsti per il 2019.
Il secondo punto all'ordine del giorno è la Grecia, capitolo che la Uem è chiamata a chiudere, dopo aver passato troppo tempo limitandosi a mettere le toppe ogni volta che si apriva il buco. Viene ormai dato per scontato che il default parziale di Atene passera dal 21% al 50-55 per cento.
Infine il futuro del Fondo, l'Efsf, che finalmente ha avuto anche il via libera della Slovacchia. Sul suo ruolo ci sono ancora discussioni e diversità di opinioni all'interno dell'eurozona, ma sembra ormai certo che anche su questo fronte c'è stata un'accelerazione, con l'attivazione dell'Ems, il meccanismo europeo di stabilità, anticipata di un anno, a metà del 2012.
Una volta convinti i partner globali, se ci riuscirà, l'Europa chiederà loro di condividere l'istituzione dell'ormai famosa tassa sulle transazioni finanziarie.
Tutti insieme, i Paesi del G20 dovrebbero infine impegnarsi a presentare a Cannes delle idee e delle misure ("Due o tre ciascuno", ha detto il ministro francese e presidente di turno François Baroin) per rilanciare la crescita. Con il solito, difficile esercizio – almeno per gli europei – di conciliarla con la riduzione dei deficit e dei debiti pubblici.
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