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Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2011 alle ore 07:43.

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Negli ultimi sei anni solo il 5% delle promozioni in Banca Popolare di Milano hanno riguardato il personale cui fa riferimento il documento firmato dai rappresentanti sindacali interni. Questo il risultato della verifica, condotta dalla direzione risorse e organizzazione per incarico del direttore generale Enzo Chiesa, in materia di promozioni e avanzamenti del personale dipendente della banca, presentata ieri al consiglio di amministrazione.

Nel dettaglio, nel corso dal 2006 ad oggi sono state effettuate complessivamente 3.799 promozioni, che hanno riguardato 3.041 dipendenti, oltre alla concessione di gratifiche 'ad personam' per 520 dipendenti. Di questi avanzamenti, 194 promozioni (su un perimetro di 175 dipendenti) e 12 'ad personam' sono stati a beneficio del personale citato nel documento da cui è partita l'indagine interna. Esaminati i dati, il board ha comunicato che «le verifiche effettuate consentono di escludere una corrispondenza tra i criteri contenuti nel documento apparso sulla stampa ed il sistema di promozioni/avanzamenti effettivamente adottato dalla Banca», si legge in una nota che prosegue: «in particolare le decorrenze riportate nel documento non coincidono con quelle adottate e comunque non sono mai inferiori a quelle applicate dall'azienda».

Il cda, peraltro, ha colto l'occasione per ribadire con la direzione generale «di non essere mai stati a conoscenza del documento» e «stigmatizza gli eventuali comportamenti devianti che possano essersi verificati nel passato». In ogni caso il board ricorda che da quando Chiesa ha assunto l'incarico di direttore generale, non è stata effettuata alcuna tornata di avanzamenti/promozioni. Un chiarimento che toglie d'impaccio lo stesso Chiesa candidato ufficialmente dalla lista degli Amici della Bpm, guidata da Filippo Annunziata, alla carica di consigliere delegato nell'ambito del cambiamento verso il duale.

Un cambiamento che dovrà essere decretato dalla prossima assemblea in programma per sabato 22 ottobre, che si preannuncia già un evento da record. Le adesioni, infatti, sono già oltre quota 10mila soci, iscritti in proprio o per delega a partecipare. L'assise degli azionisti della Banca Popolare di Milano, che si riunirà nei padiglioni della fiera di Rho-Pero, sarà chiamata ad approvare le modifiche allo statuto nella versione licenziata a fine della scorsa settimana da Banca d'Italia, con il passaggio al sistema di governance duale, e a seguire, in sede ordinaria, i soci nomineranno il primo consiglio di sorveglianza della storia dell'istituto. Un'elezione per cui le cinque liste presentate si stanno dando battaglia in road show, che toccano tutte le sedi più importanti del gruppo. E proprio ieri ci sono stati due ingressi 'eccellenti' nel libro soci della banca in vista dei nuovi organi sociali: Matteo Arpe con la quota minima di 100 azioni e Filippo Annunziata con poco più di mille.

L'inchiesta convertendo
Un capitolo a parte, rispetto alle cronache delle ultime settimane, è la vicenda giudiziaria che riguarda l'emissione del prestito convertendo di Bpm 2009-2013 del valore di circa 459 milioni di euro (sottoscritto per 170,7 milioni). La procura di Milano ha chiesto all'istituto una serie di atti relativi al convertendo e alla fusione tra la Banca di Legnano e la Cassa di Risparmio di Alessandria, prevista entro fine anno. In particolare, il pm Roberto Pellicano, titolare del fascicolo, ha chiesto alla Bpm di avere l'elenco dei sottoscrittori del convertendo con indicazioni precise sulla data di sottoscrizione, l'importo del bond sottoscritto e se il bond è stato sottoscritto su richiesta del cliente o su proposta della banca.

Stando a informazioni già in possesso dei pm, sarebbe già stato accertato che l'80% del convertendo è stato sottoscritto dai clienti su iniziativa della banca e che in molti casi si trattava di clienti con un profilo di rischio non adatto a un prodotto di quel tipo, poco liquido e considerato rischioso.
Proprio sul convertendo, il 24 maggio scorso la Consob ha emesso sanzioni per complessivi 377mila euro a tre alti dirigenti della banca in relazione a irregolarità in questa operazione. In particolare sono stati multati l'ex dg, Fiorenzo Dalu, il suo successore Enzo Chiesa, e il responsabile della funzione compliance, Ivano Venturini.

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