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Questo articolo è stato pubblicato il 20 ottobre 2011 alle ore 17:36.

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(Reuters)(Reuters)

Wall Street, molto sensibile in questo periodo alle notizie in arrivo dall'Europa, ha invertito l'iniziale rotta negativa grazie alle indiscrezioni su un ambizioso piano salva euro che il duo Merkel-Sarkozy starebbe mettendo a punto in vista del doppio vertice del 23 e 26 ottobre. Si parla infatti di una potenza di fuoco di circa 940 miliardi di euro o 1.300 miliardi di dollari per un piano di salvataggio che dovrebbe essere approvato entro mercoledì prossimo. Il Dow Jones chiude in rialzo dello 0,32% a 11.540,95 punti e lo S&P 500 avanza dello 0,45% a 1.215,36 punti. Il Nasdaq Composite, invece, cede 0,21% a 2.598,62 punti.

Milano maglia nera in Europa con le banche
Il listino milanese affonda nel finale di contrattazioni bruciando 11 miliardi di capitalizzazione. Il Ftse Mib cede il 3,78%, penalizzato dalle forti vendite sui titoli bancari, con una raffica di sospensioni. Al termine degli scambi Unicredit ha ceduto il 12%, Intesa Sanpaolo il 9,8%, Banca Mps l'11,2%, Ubi Banca il 6,9%, Banco Popolare il 6,92%.

Intanto l'incertezza sul vertice Ue, tra voci di trattative allo stallo, riportano tensione sui titoli di Stato della periferira dell'area euro, ripercutendosi anche sui BTp italiani. Sulla scadenza a 10 anni i rendimenti sono saliti al 6,01% (massimi dallo scorso 5 agosto) mentre il differenziale di rendimento (spread) rispetto ai Bund della Germania ha sfondato quota 400 punti base.

Chiusura negativa anche per le altre principali Borse europee. L'indice Stoxx 600, nel quale sono contenuti i principali titoli del Vecchio continente, ha ceduto l'1,54%, che equivale a 97 miliardi di euro bruciati in una seduta: a Francoforte l'indice DAX 30 segna -2,49% a 5.766,48 punti, a Parigi il CAC 40 -2,32% a 3.084,07 punti e a Londra il FT-SE 100 -1,21% a 5.384,68 punti.

Più contenuto, invece, il ribasso di Wall Street con il Dow Jones a -0,63%, il Nasdaq a -1,3% e l'S&P 500 a -0,54% grazie a dati macro oltre le attese.

Dati macro negli Usa
I dati macroenomici diffusi oggi hanno contribuito comunque a contenere le iniziali perdite di Wall Street. Nel dettaglio, nel mese di ottobre l'indice Philly Fed, che misura il livello di attività economica nel distetto federale di Filadelfia, uno dei distretti industriali più importanti degli Usa, è salito a 8,7 punti dai -17,5 di settembre. Il dato è migliore delle previsioni degli economisti che stimavano un valore a -10 punti. In miglioramento le prospettive economiche a sei mesi.

Mentre a settembre la vendita di case esistenti è calata del 3% (contro previsioni di un calo del 2,6%) rispetto al mese precedente. Il dato è anche peggiore rispetto al +7,7% fatto segnare ad agosto. Su base annuale, a questo ritmo, verranno vendute 4,91 milioni di case.

Divisioni in vista del vertice sulla crisi dei debiti
Sui listini europei ha pesato soprattutto la mancanza ancora di un accordo in sede europea sul fondo salva stati in vista dell'Ecofin del 23 ottobre. In mattinata si è parlato di un nuovo scontro tra Parigi e Berlino anche se il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha smentito parlando di divergenze tra altri paesi europei. In particolare non c'è unità di vedute sul modo in cui dotare di leva finanziaria il fondo salva stati. A questo poi si aggiungono le fortissime pressioni della lobby bancaria contraria ad eccessive richieste di rafforzamento patrimoniale. In mattinata peraltro sono circolate indiscrezioni secondo cui il piano salva banche prevedrebbe l'obbligo di ristrutturazione per quegli istituti di credito che faranno ricorso all'intervento del fondo salva stati.

Le piazze asiatiche
Chiusura in ribasso per la Borsa di Tokyo, sulla scia negativa di Wall Street. L'indice Nikkei ha archiviato la seduta cedendo l'1,03% a 8.682,15 punti. In decisa controtendenza le azioni della Tokyo Electric Power (Tepco). Il titolo della società che gestisce l'impianto di Fukushima, teatro di un disastro nucleare in conseguenza dello tsunami del marzo scorso, è arrivato a guadagnare il 26% con volumi di scambi pesanti di oltre 151 milioni di titoli. Il rally è probabilmente innescato dalle notizie di stampa di una causa danni contro il governo giapponese intentata da un azionista Tepco. L'azionista sostiene che il governo avrebbe dovuto applicare una clausola di immunità secondo il vecchio diritto di compensazione per l'incidente nucleare di Fukushima Daiichi e che la rinuncia del governo a farlo ha portato alle successive gravissime perdite in borsa di Tepco.

«Ci sono attualmente molti operatori che seguono i forti movimenti del prezzo delle azioni senza confermare la validità dei fattori» nota l'analista. Il governo ha sostenuto che la clausola legale non si doveva applicare per l'incidente di Fukushima. Il movimento di oggi rappresenta comunque il guadagno più alto in percentuale di Tepco dal 15 giugno, quando segnò un aumento del 32% netto.

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