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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2011 alle ore 11:55.

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BRUXELLES – Sono ricominciate stamani a Bruxelles le riunioni comunitarie che nella speranza dei paesi membri dell'Unione dovrebbero portare a una "soluzione globale" della crisi debitoria nella zona euro. Ieri i governi hanno abbozzato un piano per la ricapitalizzazione delle banche, ma vi sono ancora vari punti da chiarire.

La giornata è iniziata con due colloqui del presidente del consiglio Silvio Berlusconi che ha incontrato prima il presidente del consiglio europeo Herman Van Rompuy e il presidente della commissione José Manuel Barroso, e successivamente il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy.

Non sono ancora trapelate informazioni sul tenore dei colloqui. L'Italia è sotto pressione perché tenga sotto controllo i conti pubblici e introduca nuove misure per liberalizzare un'economia in stagnazione. Ieri sia la commissione europea che il governo tedesco hanno esortato Roma a prendere seriamente i segnali di nervosismo provenienti dai mercati.
Nelle riunioni di sabato i ministri delle Finanze hanno fatto "progressi" nel tentativo di mettere a punto un nuovo salvagente per evitare il tracollo della zona euro, vittima di un drammatico corto circuito tra debiti sovrani e bilanci bancari. I governi hanno trovato un primo accordo sulla ricapitalizzazione delle banche, che dovrà essere formalizzato oggi.

Due altri aspetti, legati al primo, restano tutti da negoziare: il potenziamento del fondo di stabilità EFSF e la ristrutturazione del debito greco. Sul primo punto, tutti sono d'accordo sul fatto che è necessario rafforzare il fondo (dotato oggi di appena 440 miliardi di euro, troppo poco ormai anche per salvare la sola Grecia). Il problema è come.
Una possibilità è di trasformare l'EFSF in assicuratore, chiedendogli nel caso di sobbarcarsi eventuali perdite obbligazionarie. L'obiettivo è di rassicurare gli investitori sulla solvibilità della Grecia. L'altra opzione è di dotare il fondo di un veicolo speciale che attirerebbe denaro pubblico e privato con il quale poi acquistare titoli sul mercato.

L'altra questione ancora sul tappeto è la ristrutturazione dello stesso debito greco. L'accordo europeo del 21 luglio, su un secondo piano di aiuti al paese in crisi, prevedeva una decurtazione dei titoli in mano alle banche del 21%. I governi vogliono aumentare questa quota al 50-60%, e stanno negoziando alacremente con le banche per trovare un'intesa.
Aprendo il consiglio europeo stamani, Van Rompuy ha detto che l'Unione deve fare i conti con "sfide molto gravi". Ha avvertito che le decisioni da prendere sono "forse le più importanti" che l'Unione ha mai dovuto affrontare in quest'ultimo mezzo secolo. Il programma prevede una prima riunione a 27, seguita da un incontro a 17.

La signora Merkel ha già precisato che oggi il consiglio europeo non prenderà "decisioni definitive". Per motivi di politica interna, il cancelliere deve informare il Bundestag di eventuali accordi europei prima di dare un via libera formale. Un nuovo vertice dei capi di stato e di governo è quindi già stato indetto per mercoledì.

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