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Questo articolo è stato pubblicato il 26 ottobre 2011 alle ore 19:53.

Resta alta la tensione sull'Italia, con gli investitori che chiedono tassi sempre più alti per acquistare i titoli italiani e Fitch che minaccia: senza
crescita, il rating dell'Italia è a rischio. Intanto, in una giornata che avrebbe dovuto essere risolutiva per la crisi del debito in Europa, prevale lo scetticismo: l'euro cede terreno, le Borse vanno in negativo e il premio di rendimento dell'Italia si mantiene alto, con un picco a quasi 395 centesimi sul finale degli scambi.
In una settimana "pesante" in cui il Tesoro è chiamato a piazzare sul mercato circa 20 miliardi di titoli di Stato, sono andati tutti venduti oggi i titoli a breve. Ma per collocare 8,5 miliardi di Bot a sei mesi Via XX Settembre ha dovuto pagare un rendimento del 3,535%, circa mezzo punto percentuale in più rispetto al 3,071% dell'asta di settembre e ai massimi da settembre 2008. Anche per collocare due miliardi di Ctz con
scadenza nel 2013, il Tesoro ha messo sul piatto un interesse elevato, al 4,628% rispetto al precedente 4,511%.
Mentre a Bruxelles il consiglio europeo esamina la lettera con cui l'Italia si impegna a una serie di riforme, e si parla di potenziamento del fondo di salvataggio, tornano a muoversi le agenzie di rating: «i tassi di crescita italiani previsti anche per il prossimo anno sono molto bassi», ribadisce Alessandro Settepani, senior director di FItch. Ciò «nel medio termine può influire sul rating».
Il 7 ottobre scorso Fitch ha abbassato il rating da 'AA-' ad 'A+' e ha mantenuto un "outlook" negativo, segnale che c'è il rischio di una nuova bocciatura. Un fattore, dicono dalle sale operative, che sta allontanando diversi fondi d'investimento dal debito italiano. Ma oggi il mercato si muove sulla soluzione che si troverà a Bruxelles e che - si sospetta - potrebbe non essere all'altezza dei problemi.
Le Borse sono andate in negativo dopo le indiscrezioni secondo cui ci sarebbe uno stallo nei colloqui fra i rappresentanti delle banche e i
negoziatori dell'Unione europea sulla svalutazione dei titoli greci. Proprio in coincidenza con le indiscrezioni, verso le 16 ora italiana, l'euro è scivolato dagli 1,3977 di massimo giornaliero contro il dollaro fino a sotto quota 1,38, per poi attestarsi a 1,3887, in calo da 1,3907 di ieri. Della fuga dal rischio innescata dall'incertezza sul vertice si giova ancora una volta lo yen, schizzato a 76,09 contro il dollaro, nuovo massimo del secondo dopoguerra. E qualche scossone si è visto anche sui titoli di Stato, con un improvviso rialzo sul finale delle quotazioni dei bund tedeschi e degli Oat francesi e, di contro, un calo dei prezzi della 'periferià. Lo spread italiano
decennale sul finale viaggia a 389 centesimi, in una seduta caratterizzata da scambi rarefatti in cui il rendimento del Btp decennali ha superato brevemente il 5,98%.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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