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Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2011 alle ore 14:42.
Diversi fattori stanno minando la crescita economica dell'area euro, tra questi il rallentamento della domanda globale ma anche un calo di fiducia legato alle «persistenti tensioni dei mercati finanziari». Così il neo presidente della Bce Mario Draghi, che ha rilevato un quadro di incertezza "particolarmente elevato". ha motivato la decisione di tagliare il costo del denaro per la prima volta dopo una serie rialzi dei tassi messi in atto sotto la guida del suo predecessore Trichet.
Decisione unanime sui tassi
La decisione è stata unanime ha detto rispondendo alle domande dei giornalisti. «Abbiamo raggiunto insieme la conclusione che molti elementi di rischio di peggioramento si sono materializzati mentre l'inflazione dovrebbe decelarare e tornare sotto la soglia del 2% entro il 2012. Questo anche perché riteniamo che la volatilità dei mercati avrà un effetto di calmieramento su salari e costi, riducendo dunque l'inflazione». L'analisi di fondo fatta dai governatori nel corso della riunione di questa mattina è che in questo ultima parte del 2011 si avrà una crescita «molto modesta o una lieve recessione». Per questo Draghi ha preannunciato una riduzione delle stime di crescita per il 2011 e il 2012 in occasione della prossima riunione di dicembre.
Solo il governo italiano può raffreddare le tensioni sui BTp
Non sono mancate le domande sull'Italia. In particolare è stato chiesto al neo presidente della Bce di motivare il fatto che spread e rendimenti sui titoli italiani siano rimasti a livelli molto alti nei giorni scorsi nonostante l'intervento nel mercato secondario dell'Eurotower. «Serve a poco pensare che i rendimenti dei titoli di Stato potrebbero scendere per interventi esterni», ha affermato il presidente della Bce Mario Draghi. «Il primo pilastro è nelle risposte nazionali» ha detto. «Nessuno ci costringe» all'acquisto di bond italiani ha aggiunto. «Siamo indipendenti, facciamo le nostre scelte».
Ribadite le raccomandazioni della lettera all'italia
I paesi con i debiti più elevati - ha detto - devono accompagnare le misure di consolidamento fiscale con decise riforme strutturali «per stimolare le prospettive di crescita e la creazione di posti di lavoro». Il numero uno dell'Eurotower ha auspicato in particolare «riforme liberali per rimuovere la rigidità nel mercato del lavoro e promuovere la flessibilità dei salari». E inoltre «la liberalizzazione degli ordini professionali chiusi e dei servizi pubblici». Praticamente tutte le raccomandazioni presenti nella lettera inviata all'Italia lo scorso settembre.
L'uscita della Grecia non è prevista dai trattati
L'uscita di un paese dall'euro «non nel trattato e non ho niente da aggiungere a questo». In una settimana segnata dall'annuncio shock del premier greco Papandreou di voler sottoporre a referendum popolare il piano di aiuti, Draghi ha risposto così a chi gli chiedeva se considerasse possibile l'uscita della Grecia dall'Eurozona. «È difficile valutare gli sviluppi politici» della situazione greca ha detto. L'ex numero uno di Bankitalia si è però detto convinto che «se le misure concordate verranno sviluppate» i risultati per Atene saranno positivi. «Stiamo monitorando da vicino la situazione» ha assicurato.
I paesi dell'Eurozona onorino gli impegni
La Bce - ha sottolineato il neo presidente della Bce - sollecita tutti i governi dell'area euro ad «onorare gli impegni presi» nel vertice europeo del 26-27 ottobre. Draghi ha precisato che gli impegni vanno onorati e varate rapidamente le misure «necessarie» per mettere in ordine i conti pubblici, rendere sostenibile il sistema pensionistico. Draghi ha poi fatto riferimento ai paesi sottoposti ai programmi di aiuto da parte dell'Ue e del Fmi (Irlanda, Portogallo e Grecia). Questi paesi e quelli più vulnerabili (come l'Italia ndr.) devono essere pronti ad adottare ogni misura aggiuntiva che dovesse rendersi necessaria. Inoltre è di cruciale importanza che «il consolidamento dei conti pubblici e le riforme strutturali vadano avanti di pari passo».
Bene i nuovi requisiti patrimoniali delle banche
Il numero uno dell'Eurotower ha poi commentato positivamente la decisione di alzare i requisiti patrimoniali delle banche fissando il coefficente Core Tier 1 al 9%. «La solidità dei bilanci delle banche -afferma Draghi - sará un fattore chiave nella riduzione potenziale degli effetti negativi legati alle tensioni dei mercati finanziari e nel facilitare il credito all'economia». Inoltre - ha sottolineato - «sosteniamo pienamente l'appello alle autoritá di vigilanza nazionali per garantire che i piani di ricapitalizzazione delle banche non portano ad una riduzione della leva finanziaria eccessiva».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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