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Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2011 alle ore 14:24.

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Mossa a sorpresa della Banca centrale europea, che proprio nel giorno del debutto di Mario Draghi al Consiglio direttivo ha stabilito di tagliare di 0,25 punti i tassi di interesse dell'area euro. Il taglio era inatteso dalla maggior parte degli analisti soprattutto perché l'inflazione, al 3% su base annua, resta ben superiore ai livelli obiettivo della Bce. Draghi ha poi lasciato Francoforte per recarsi a Cannes, per partecipare al G20.

Completa inversione di rotta, quindi, dell'Eurotower rispetto alle manovre rialziste che l'istituzione aveva portato avanti fino al luglio scorso. Ora potrebbe pesare il rapido deterioramento del quadro economico dell'area euro, ma forse ancor più l'allarmismo dei mercati che si è riscatenato con l'altrettanto inattesa decisione della Grecia di sottoporre a referendum i piani di risanamento e aiuto appena negoziati con il resto dell'area euro. Con la moneta unica che, dopo il taglio deciso da Draghi, tiene le posizioni.

Un andamento, quello dell'euro, apparentemente in contrasto con la decisione di tagliare i tassi, che tipicamente causa un ribasso della moneta di riferimento, ma va tenuto presente che la politica monetaria americana è ancora più accomodante di quella europea: la Federal Reserve tiene i tassi attualmente a un intero punto percentuale sotto quelli della Bce. Contro la sterlina l'euro è in ribasso a 0,8585 (-0,3 per cento) mentre è sostanzialmente invariato contro lo yen a 107,18.

Tornando alla decisione della Bce, il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginali e sui depositi presso la banca centrale calano di un quarto di punto, rispettivamente all'1,25 per cento, al 2 per cento e allo 0,50 per cento. Una sforbiciata che se da un lato potrebbe offrire sollievo, perché a cascata alleggerisce i costi di accesso al credito a imprese e famiglie, dall'altro è anche un segnale della criticità che si è creta sull'economia.

Sull'area valutaria è riesplosa la tensione, dopo la decisione della Grecia. Uno sviluppo che ha improvvisamente riacceso gli allarmi per una bancarotta del paese, con potenziali ricadute su tutta l'area euro che hanno reinnescato alta tensione su tutti i titoli di Stato dei paesi della periferia. Per questo oggi l'altra questione più pressante all'esame del Consiglio sembrava esser quella del proseguimento degli acquisti della Bce di titoli di Stato sotto stress.

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