Gli ispettori di Ue e Bce in Italia, secondo quanto riferiscono fonti europee, avrebbero chiesto di approvare subito misure di «ampia portata», in linea con le richieste contenute nella lettera di agosto firmata da Trichet e Draghi. Servirebbe, infatto, in tempi rapidissimi, una risposta che possa tranquillizzare i mercati.

La missione degli ispettori, che dovrebbe terminare domani, è formalmente studiata per monitorare le riforme messe in atto dall'Italia, e relazionare a Bruxelles e Francoforte. Tuttavia, visto la fortissima instabilità che il caso-Italia sta creando sui mercati e il crollo delle quotazioni di oggi, di fatti la ventina di esperti giunti a Roma ha presentato un ultimatum al governo. Secondo quanto si apprende gli ispettori sarebbero giunti stamani al Tesoro (dove ancora si trovano) con in mano la lettera scritta ad agosto da Mario Draghi, allora governatore di Bankitalia e oggi presidente della Bce, e Jean-Claude Trichet: il loro obiettivo è verificare a che punto siano i provvedimenti governativi, ma anche spingere per una rapidissima attuazione di un numero significativo delle misure indicate nella missiva.

Proprio la rapidità - nell'ottica del 'team' di esperti - dovrebbe dare ai mercati un segnale forte, in grado di scoraggiare posizioni speculative ribassiste sui titoli di Stato italiani.

Stamani, dopo una visita al ministero della Pubblica amministrazione, gli ispettori hanno visitato la Banca d'Italia, con cui avrebbero registrato una convergenza di vedute sul fatto che da parte del governo serve una «rapida attuazione» degli impegni presi in sede europea. Da circa le 12,30 di oggi il team di 21 esperti si trovano al ministero dell'Economia, mentre domani saranno al ministro del Welfare Maurizio Sacconi. Non si escludono - secondo alcune delle fonti - incontri anche con Confindustria, sindacati, Antitrust e con alti rappresentanti dei maggiori istituti di credito italiani. Salvo sorprese non sarebbero in programma, dato anche il profilo tecnico dei componenti della missione, incontri nè a Palazzo Chigi nè alla presidenza della Repubblica.

©RIPRODUZIONE RISERVATA