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Questo articolo è stato pubblicato il 17 novembre 2011 alle ore 08:41.

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Ho un mutuo a tasso variabile. Come mi devo aspettare che cambino le rate visto quello che sta accadendo?
Ci sono vari fattori da prendere in considerazione. La crisi del debito sovrano europeo ha determinato una nuova politica monetaria da parte della Banca centrale europea volta a ridurre il costo del denaro. Il taglio al tasso ufficiale dello 0,25%, operato una settimana fa dalla Bce potrebbe teoricamente determinare una riduzione della rata mensile per chi ha aperto un mutuo a tasso variabile. Questo insieme di fattori influenza indirettamente anche l'andamento dell'Euribor, cui è indicizzata la maggior parte dei mutui a tasso variabile. Il trend attuale è al ribasso: ieri i tassi a 3, 6 e a 12 mesi sono scesi rispettivamente dello 0,41%, dello 0,12% e dello 0,15% a quota 1,464%, 1,689% e 2,033 per cento. Per il prossimo futuro è atteso un ulteriore ribasso dei tassi, con rate dei mutui più leggere per chi ha scelto l'opzione variabile. Per chi ha contratto in passato un mutuo a tasso fisso, viceversa, lo scenario attuale dell'economia internazionale non sortirà effetti di sorta, essendo le condizioni del finanziamento (costi in primis) determinate esclusivamente dal contratto iniziale con la banca.
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Devo sottoscrivere un nuovo mutuo. Conviene o rischio qualcosa?
I tassi per i nuovi mutui sono particolarmente elevati a causa dello spread applicato dalle banche. Il costo della raccolta bancaria è aumentato negli ultimi mesi per via della crisi del debito, anche se i tassi di interesse di base (Euribor e Irs) sono a livelli minimi e continuano a scendere. Gli istituti di credito scaricano in parte le maggiori oneri di raccolta sui clienti, alzando il costo finale dei mutui attraverso i quali ricollocano il denaro presso i clienti. Dovendo sottoscrivere oggi un nuovo mutuo, bisogna tenere presente che nonostante lo spread alto i tassi variabili sono tuttora più convenienti rispetto ai tassi fissi; difficilmente la distanza tra i due in termini di costi si colmerà prima di 2-3 anni. La scelta di un tasso fisso, però, ha il vantaggio di mettere al riparo dai rialzi futuri del costo del denaro; l'Irs a 10 e 20 anni, inoltre, è ben al di sotto del 3%, determinando buone possibilità di ottenere mutui a prezzi relativamente accessibili anche considerando gli spread elevati.
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Cosa succede al mutuo se la banca fallisce?
Va detto in primo luogo che si tratta di un'ipotesi remota e che in ogni caso comporta poche conseguenze per il mutuatario, che in questo caso non deve preoccuparsi di recuperare un credito ma mantiene semplicemente l'obbligo di pagare il debito contratto. Se una banca si indebolisce a tal punto da rischiare il fallimento, è possibile che venga acquisita da un altro gruppo bancario, che a quel punto ne rileva gli asset e di conseguenza anche il credito verso il titolare del mutuo. Oppure la banca in questione può essere sottoposta ad amministrazione straordinaria e a liquidazione coatta da parte della Banca d'Italia. Anche in questo caso il mutuatario è tenuto a proseguire nel pagamento delle rate del mutuo. Non è mai possibile che il fallimento della banca comporti in sé un peggioramento delle condizioni originarie del finanziamento, che restano quelle fissate nel contratto iniziale. Il rischio di una revocatoria del mutuo potrebbe riguardare i debitori morosi, ma resta comunque minimo.
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