Il colosso bancario elvetico Ubs torna a distribuire un dividendo nel 2011; dimezza le più rischiose attività di investment banking al centro degli ultimi scandali; potenzia il core business delle redditizie gestioni patrimoniali che contano complessivamente attivi investiti per quasi 1.400 miliardi di franchi. Senza dimenticare la tradizionale attività di banca universale in Svizzera. Questo è il succo della strategia annunciata oggi all'istituto all'annuale incontro con gli investitori a New York.

«Abbiamo deciso di ridurre in modo sostanziale il profilo di rischio della banca con la dismissione e il ridimensionamento di attivitá che non aggiungono valore alla nostra base di clienti o che generano rendimenti poco interessanti rispetto ai rischi », ha spiegato Sergio Ermotti, il nuovo ceo confermato solo due giorni fa e che aveva sostituito ad interim Oswald Gruebel, dopo lo scandalo scoppiato in estate nella sede londinese di Ubs.

Ermotti prevede un Roe (return-on-equity) a livello di gruppo dal 2013 tra il 12 e il 17%; ha preannunciato un taglio di duemila dipendenti nell'investment banking (1.500 entro la fine del 2013 e altri 500 entro il 2016), il cui personale scenderà a 16.000 unità da 18.000 attuale, mentre gli attivi ponderati in funzione del rischio secondo Basilea 3, pari attualmente a 300 miliardi franchi svizzeri, si ridurranno di circa 145 miliardi, ossia di quasi il 50 per cento.

L'attività di investment banking sarà meno complessa, deterrà meno attivi ponderati in funzione del rischio e ricorrerà a una quota di capitale decisamente meno consistente per offrire rendimenti sostenibili agli azionisti.

Nel 2011 Ubs proporrà un dividendo di 0,10 franchi per azione. L'ultima cedola incassata dagli azionisti risale al 2006. Negli anni successivi le gigantesche perdite subite in seguito alla crisi finanziaria hanno costretto Ubs a ricostituire il capitale e bloccare la distribuzione dei dividendi.

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