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Questo articolo è stato pubblicato il 30 novembre 2011 alle ore 08:12.
BRUXELLES - Manovra di contenimento del deficit per assicurare l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013, con un primo intervento correttivo in programma lunedì prossimo, cui seguirà con ogni probabilità una nuova correzione nel corso del 2012. Strategia antideficit che sarà accompagnata da misure per sostenere lo sviluppo. In sostanza, un pacchetto complessivo la cui realizzazione concreta sarà affidata a più strumenti legislativi: decreti e disegni di legge. La road map che il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha illustrato ieri sera all'Eurogruppo nella sua veste di ministro a interim dell'Economia, conferma gli impegni già assunti in sede europea. Le misure - assicura il premier - saranno varate nei tempi previsti, e l'obiettivo è che il decreto correttivo venga approvato in via definitiva dal Parlamento prima della pausa natalizia.
Quanto alle conclusioni del rapporto Rehn, per Monti non costituiscono motivo di particolare preoccupazione. In sostanza, si tratta di suggerimenti che non contengono particolari sorprese e verranno comunque presi in «debita considerazione». Al suo arrivo al palazzo del Consiglio, Monti ha incontrato il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Junker. L'apertura di credito al premier italiano è pienamente confermata, nella fondata aspettativa che le misure del Governo, illustrate ieri sera nelle grandi linee dal presidente del Consiglio, siano in linea con gli impegni sottoscritti. Un colloquio di venti minuti che è servito a fare il punto su tutte le ipotesi sul tappeto per far fronte alla crisi dell'Eurozona. Una sorta di istruttoria preliminare, e per quel che riguarda l'Italia l'illustrazione delle linee portanti del doppio intervento che il Governo si accinge a mettere in campo. Nessuna indicazione sull'entità della manovra all'approvazione del Consiglio dei ministri del 5 dicembre. Si parte in ogni caso dagli 11 miliardi necessari per far fronte agli effetti del peggioramento del ciclo per toccare quota 20 miliardi nel totale dell'aggiustamento. Quanto alla possibilità che si possa aprire una discussione in sede europea su possibili "sconti" per effetto dell'ulteriore peggioramento del ciclo (l'Ocse colloca già il nostro paese in recessione), fonti del governo italiano spiegano che le sollecitazioni in tal senso di Monti (a Bruxelles e a Strasburgo la scorsa settimana) vanno inquadrate in un contesto di medio termine. «La questione - si fa osservare - deve riguardare l'insieme dell'Eurozona, e non è immediatamente in agenda».
Argomenti al centro anche del successivo colloquio con il ministro dell'Economia francese, François Baroin. Si parte dalla piena sintonia sulla necessità di rafforzare «la cooperazione» a livello delle tre economie europee più importanti, per concludere che non per questo si possa parlare di un direttorio a tre franco-italo-tedesco. L'ambizione, di cui Monti ha discusso brevemente anche con il ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Shaueble, è che si possa «allargare al più presto il consenso» a livello degli altri Stati membri.
Discussione a tutto campo sull'Italia, di cui Monti ha brevemente parlato anche con il presidente della Bce, Mario Draghi. L'Italia è al centro delle preoccupazioni europee, ma la sensazione che occorra al più presto spegnere l'incendio va ormai ben al di la del solo caso italiano.
Sia a Juncker che a Baroin, Monti ha anticipato i contenuti dell'illustrazione sulla situazione italiana «e dei programmi che intende attuare», oggetto della sua esposizione successiva all'Eurogruppo. Fonti della delegazione italiana sottolineano anche l'aspetto, per così dire, "diplomatico", di cortesia, dei bilaterali, trattandosi pur sempre della prima riunione cui prende parte Monti nella sua doppia veste di premier e di ministro dell'Economia, accompagnato dal vice ministro Vittorio Grilli.
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