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Questo articolo è stato pubblicato il 08 dicembre 2011 alle ore 08:48.
L'agenzia Standard & Poor's non prevede uno scenario che contempli il collasso dell'area euro, anche se ieri ha minacciato di tagliare il
rating di 15 dei 17 paesi dell'Eurozona e non esclude una forte recessione nel 2012. Jean-Michel Six, capo economista per l'Eurozona dell'agenzia americana, ha definito due possibili scenari per l'area euro l'anno prossimo, uno di recessione tecnica seguito da un rally (60% di probabilità) e uno di recessione profonda (40% di probabilità) . Ma in entrambi i casi l'Eurozona continuerà ad esistere. Molto dipenderà dall'esito della riunione odierna dei leader europei a Bruxelles.
L''Europa ha il 40% di possibilità di entrare nel 2012 in una fase di «profonda recessione con serie conseguenze sociali», se la Banca centrale europea non interverrà con più determinazione sui mercati. Ma molto dipenderà dall'esito del vertice Ue in corso a Bruxelles.
Nel frattempo Standard & Poor's ha messo oggi sotto osservazione con implicazioni negative i rating di diverse banche italiane, tra cui Cassa Depositi prestiti, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Mps, Ubi Banca, Bnl, Mediobanca, Banco Popolare, Popolare di Vicenza, Veneto Banca. Abbassato da "BBB+" a "BBB" e messo sotto osservazione il rating di Banca Carige e Bpm. Standard & Poor's ha annunciato ieri di aver messo sotto osservazione il rating di alcuni grandi gruppi bancari europei. Anche la stessa tripla A dell'Unione europea è a rischio.
Sempre sul fronte "rating" si segnala il downgrade del debito francese da parte dell'agenzia di valutazione cinese Dagong che ha abbassato la nota di merito ad 'A+' da 'Aa-'. Questa decisione, hanno spiegato gli esperti, riflette la debolezza della crescita economica del Paese e il suo sempre più elevato indebitamento pubblico. E ancora, sottolinea una nota, «a causa di problemi strutturali sul fronte interno, l'economia francese dimostra una vitalità inferiore e la sua competitività internazionale continua a deteriorarsi. A medio termine la crescita resterà debole».
Dagong arriva prima delle altre grandi agenzie internazionali nel correggere la propria valutazione sul rischio Paese della Francia. S&P ha recentemente minacciato di togliere ai transalpini la massima valutazione, "Aaa". Dagong ieri ha tagliato il giudizio anche sull'Italia a "BBB" da "A-".
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