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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2011 alle ore 17:35.
L'ultima modifica è del 12 dicembre 2011 alle ore 08:20.

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L'evoluzione della crisi europea non lascia certo presagire un miglioramento in tempi brevi, ma le Borse dell'area euro sembrano cercare di costruire il classico "rally" di fine anno. Ma guardiamo a Piazza Affari, per capire quali si potrebbe sfruttare questa possibilità. Alessandro Magagnoli, strategist di Financial Trend Analysis (Fta), osserva che «i minimi toccati a fine novembre a quota 14.367 dall'indice Ftse All Share, al culmine di una crisi politica di estrema gravità che ha portato a un cambio di governo e di fatto al commissariamento del nostro Paese da parte di Bruxelles, sono in realtà superiori a quelli del 23 settembre, collocati a 13.928 punti».

Questo significa «un evidente rallentamento del trend ribassista (che ha comportato una perdita del 41,5% dai picchi di febbraio ai minimi di settembre) e, anche se sarebbe pericoloso parlare di inversione di tendenza prima di solidi segnali di conferma, è sensato mettere tra gli scenari possibili quello di una correzione significativa della precedente discesa».

Una reale inversione del trend ribassista in atto da febbraio si avrà solo al superamento del picco del 28 ottobre, a 17.811 punti, quota coincidente con il 38,2% di ritracciamento del ribasso dal top di febbraio.
«I target rialzisti successivi – aggiunge Magagnoli – sono in area 20.000, dove i prezzi troverebbero il gap ribassista lasciato il 25 luglio, e poi a 22.000 punti. Ma, anche se solo il superamento dei 20.000 punti darebbe un segnale positivo a medio termine, l'ampiezza degli spazi a disposizione consentirebbe già l'adozione di strategie rialziste al superamento di area 17.800, anche se il loro orizzonte rimarrà confinato al breve-medio periodo».

Nel caso di conferme rialziste, è possibile individuare i potenziali candidati al rally di fine anno grazie all'analisi statistica, in particolare con lo studio del trend evidenziato dalla retta di regressione lineare calcolata con il metodo dei minimi quadrati che, spiega Magagnoli, «permette di individuare per ogni azione la trendline che in un periodo (nel nostro caso l'ultimo trimestre) meglio ne descrive la tendenza».
Applicando questo approccio di valutazione al paniere dei 100 titoli più liquidi di Piazza Affari è possibile ricavare una lista di 10 azioni con le carte in regola per ben figurare nel prossimo futuro. «Fermo restando il verificarsi della condizione necessaria a confermare l'intonazione positiva del trend, cioè il superamento del picco di fine ottobre a 17.811 punti da parte dell'indice Ftse All Share – osserva Magagnoli –, i titoli, organizzati in ordine decrescente di distanza percentuale da un primo ragionevole prezzo obiettivo raggiungibile fra 1-3 mesi sono Tenaris, Pirelli & C, Impregilo, Azimut, Ubi Banca, Intesa Sanpaolo, Saipem, Interpump, Eni e Gemina».

I titoli selezionati sono accomunati da alcune caratteristiche, in particolare da un grado di correlazione relativamente ridotto nei confronti dell'indice Ftse All Share e da valori di beta elevati. «In questa fase i titoli da preferire – conclude il gestore di Fta – sembrano essere quelli che dimostrano un certo grado di indipendenza rispetto ai movimenti dell'indice e che allo stesso tempo possono essere considerati "aggressivi", ovvero tendono ad amplificare le oscillazioni dello stesso indice».

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