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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2011 alle ore 17:47.

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NEW YORK - Svolta e primo arresto in un'inchiesta giudiziaria sulle operazioni in derivati degli enti territoriali. Il consulente della Regione Calabria Massimiliano Napolitano è stato arrestato ieri mattina a Roma per truffa aggravata, frode in pubblica fornitura e falsità ideologica da agenti del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano.

È stato inoltre eseguito il sequestro preventivo di circa due milioni e mezzo di euro, di cui 1,8 su un conto corrente di Nomura, banca giapponese iscritta nel registro degli indagati per violazione della 231, la legge che estende alle società la responsabilità per il reato di truffa a danno di enti pubblici. A chiedere, e ottenere, queste misure sono stati i sostituti procuratori di Catanzaro Gerardo Dominijanni e Domenico Guarascio, che la primavera scorsa hanno acquisito per competenza territoriale il fascicolo aperto da Alfredo Robledo, il procuratore aggiunto di Milano che con le sue inchieste sui derivati degli enti territoriali ha fatto da apripista per molti suoi colleghi.

La vicenda riguarda una serie di tre operazioni in derivati (swap) relative a un prestito obbligazionario sottoscritto dalla Regione Calabria per un importo pari a circa 325 milioni di euro. Secondo un comunicato emesso ieri dal Comando provinciale di Milano delle Fiamme Gialle l'istituto giapponese avrebbe "ottenuto con modalità fraudolente, profitti illeciti per circa 25 milioni di euro, parte dei quali (circa 2,5 milioni) sono stati veicolati in favore del consulente finanziario tratto in arresto".

La Guardia di Finanza ha quindi sequestrato, in via preventiva, beni mobili ed immobili, oltre a disponibilità finanziarie e conti correnti per un importo complessivo di 2,5 milioni di euro. I beni e i conti correnti "sono riconducibili ai 7 indagati, tra cui figurano oltre al consulente finanziario, alcuni manager della banca e un dirigente della Regione Calabria, nonché alla stessa Banca, indagata per gli illeciti amministrativi".

Interpellata da Il Sole 24 Ore, Nomura ha fatto sapere di essere stata "messa a conoscenza della vicenda legata a fatti relativi al periodo 2004-2006. Il Gruppo collaborerà pienamente con la Procura della Repubblica".

Operazioni molto complesse
Era il lontano 2007 quando Il Sole 24 Ore mise per la prima volta il dito sulla piaga dei derivati, prodotti così complessi che spesso gli stessi dirigenti dei dipartimenti del bilancio locale non erano in grado di comprendere o valutare bene. «Non si può pensare che il responsabile del bilancio di un ente territoriale abbia il know how e gli strumenti tecnici comparabili a quelli di un banchiere. E non essendo sufficientemente qualificato, non può quantificare il rischio e quindi il valore di un prodotto strutturato complesso », ci aveva spiegato Marco Bigelli, professore di Finanza aziendale della Università di Bologna e studioso del settore. «Questo si può tradurre in un danno per i cittadini, perché gli enti territoriali danno alle banche coperture di rischio che hanno valori anche significativi. Prontamente monetizzati dalle banche».

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