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Questo articolo è stato pubblicato il 21 dicembre 2011 alle ore 10:54.

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Rim nel mirino di Microsoft, Nokia e Amazon. La scalata è solo rimandata?Rim nel mirino di Microsoft, Nokia e Amazon. La scalata è solo rimandata?

Che Research in Motion sia da tempo una delle aziende del firmamento tecnologico papabile di scalata non è in assoluto una novità. Se n'era parlato prima dell'alleanza sancita fra Microsoft e Nokia, con il gigante di Redmond nella parte del possibile compratore, e prima che Google ufficializzasse questa estate il deal per acquisire Motorola Mobility sborsando 12,5 miliardi di dollari.

I problemi legati al calo delle vendite e ai conseguenti poco brillanti risultati finanziari, cui certo non ha giovato il crash dei BlackBerry a metà ottobre che ha messo in ginocchio per due giorni milioni di utenti e aziende, hanno ovviamente contribuito ad alimentare i rumors. I vertici della compagnia, dal canto loro, hanno sempre rifiutato l'idea di fare un passo indietro - respingendo al mittente (una parte degli azionisti) ogni ipotesi di cessione di tutti gli asset o anche solo della componente brevetti - con la convinzione di uscire presto dal tunnel e di tornare ai fasti del recente passato.

Nelle ultime ore la questione è tornata prepotentemente alla ribalta grazie a nuove indiscrezioni rese pubbliche dall'emittente televisiva Cnbc e dal Wall Street Journal. Proprio Microsoft e Nokia, stando alla ricostruzione del Wsj, avrebbero valutato in questi mesi la possibilità di presentare un'offerta congiunta per rilevare la società: la natura dei colloqui, scrive il quotidiano newyorkese, non è chiara. Ma il fatto che questi siano avvenuti evidenzia la criticità delle difficoltà che Research in Motion si trova ad affrontare in questa fase e l'opportunità (in termini di acquisizione) che tale situazione rappresenta per i concorrenti.

Le rassicurazioni rivolte agli azionisti dai due co-Ceo della casa nordamericana, Jim Balsillie e Mike Lazaridis, non sembrano aver raggiunto lo scopo e neppure il rally del titolo in Borsa delle ultime ore (con una risalita dell'11% dopo i forti ribassi dei giorni scorsi) è servito a convincere troppo gli investitori della bontà dei piani di ripresa della società per l'immediato futuro, legati a filo doppio al lancio (atteso però solo a fine 2012) dei BlackBerry 10 equipaggiati con il nuovo sistema operativo (che andrà ad equipaggiare anche i tablet) sviluppato sulla piattaforma Qnx. Sul capo dei massimi dirigenti della compagnia pesa del resto come un macigno il fatto che il valore di capitalizzazione di Rim è sceso negli ultimi dodici mesi del 77% a 6,8 miliardi di dollari.

Le voci di corridoio che vedono la società nel mirino anche di Amazon - che avrebbe affidato in estate a un banca d'investimento il compito di valutare un possibile merge senza mai arrivare però a formulare un'offerta formale - e di altri big dell'universo mobile – Rim sarebbe stata avvicinata anche da Samsung e Htc per potenziali accordi di licenza per il nuovo sistema operativo – non devono stupire. Rim potrebbe quindi essere presto oggetto di scalata come per contro continuare a rimanere indipendente in attesa di un'ormai vitale (per la compagnia) inversione di tendenza. Lo scenario in campo mobile è del resto chiaro.

Da una parte c'è Apple e il suo ecosistema di applicazioni e servizi per iPhone e iPad, dall'altra c'è una Microsoft convinta di recuperare il terreno perduto con il suo Windows Phone sfruttando gli asset (tecnologici e di brand) di Nokia e in mezzo c'è Google con il suo Android (Andy Rubin, il papà del sistema operativo di Mountain View ha confermato ieri che il numero di attivazioni giornaliere di nuovi dispositivi basati su Android ha raggiunto quota 700mila) e il plotone di produttori (Samsung) in testa che ne hanno decretato ad oggi il successo in campo smartphone. Di spazi per altri big sembra essercene pochini, e la fine prematura di WebOs, la piattaforma che Hp acquisì da Palm nel 2010 e di recente "svenduta" alla comunità open source, è un piccolo ma inequivocabile segno di un forte consolidamento in atto.

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