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Questo articolo è stato pubblicato il 10 gennaio 2012 alle ore 16:14.
Dopo aver disegnato, in novembre, gli scenari per il dopo Berlusconi, (il presidente del Consiglio si dimise quattro giorni dopo lasciando semaforo verde all'avverarsi della profezia) Goldman Sachs prova a fare previsioni sull'eurozona. Tutto sommato incoraggianti: nonostante una fase di recessione generalizzata nel primo semestre del 2012, caratterizzata anche da tensioni dei mercati finanziari ancora più accentuate, «lo scenario di base per il 2013 è che l'Eurozona vi arriverà intatta e avendo adottato misure importanti per stabilizzare i mercati e l'economia». È quanto scrivono oggi gli analisti della banca d'affari nel rapporto settimanale alla clientela sulle prospettive europee.
«Perché si realizzi questo scenario relativamente benigno tuttavia - avvertono gli analisti di Goldman Sachs - occorre che vengano prese delle decisioni politiche cruciale e controverse nel corso dei prossimi mesi:
1) la Germania deve essere pronta a sottoscrivere una mutualizzazione del debito a livello di eurozona (quindi gli Eurobond);
2) la Francia deve essere disposta a cedere una maggiore parte della propria sovranità fiscale alle entità sovranazionali;
3) Italia e Spagna devono attuare in maniera credibile i loro programmi di riforma annunciati sino a ora;
4) devono essere adottate misure per evitare default unilaterali o disordinati anche da parte dei più piccoli Paesi periferici.
Se queste decisioni non verranno prese - spiega Goldman - allora il nostro scenario di base sarà a rischio».
Riguardo alle riforme, Goldman Sachs rileva come se «attuati in maniera efficace, questi programmi promettono di stabilizzare Italia e Spagna sebbene solo nel medio termine». Annunciare programmi ambiziosi di riforma, osserva tuttavia la banca americana, non è mai stato un problema e semmai in passato le mancanze sono presto emerse in fase di attuazione.
«In Italia vi è ora un Governo tecnocratico che è guidato da professionisti altamente qualificati e tenuti in massima stima e considerazione dai colleghi europei. E in Spagna è stato appena eletto un nuovo Governo sulla base di un programma elettorale che aveva abbracciato il programma di aggiustamento dei conti richiesto dalla Ue e già introdotto dall'esecutivo precedente. Questi due Governi ora devono mantenere fede alla promesse. Non possiamo attenderci nuove sorprese sotto forma di nuove sostanziali misure in aggiunta quelle già annunciate sino a ora (sebbene sarebbero benvenute). Ma è sfortunatamente alquanto plausibile che i mercati rimarranno delusi se si materializzeranno rischi di una implementazione insufficiente».
Goldman vede in particolare due rischi. Il primo è che i Governi non riescano a ottenere dai rispettivi parlamenti l'approvazione necessaria per varare parti importanti dei programmi di riforma visto che molti hanno interesse a difendere lo status quo. Il secondo è che il sostegno parlamentare venga meno al Governo qualora questo dovesse risentire sul fronte della popolarità causa le misure di austerità varate sino a ora. «La minaccia che queste dinamiche politiche portino l'Italia o la Spagna a deviare dal loro cammino annunciato di riforme - conclude Goldman - rappresenta l'elemento centrale da monitorare sotto questo aspetto».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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