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Questo articolo è stato pubblicato il 11 gennaio 2012 alle ore 09:21.

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I Ligresti pronti a firmare l'uscita da Premafin-FonSai. Nella foto l'ingegnere Salvatore LigrestiI Ligresti pronti a firmare l'uscita da Premafin-FonSai. Nella foto l'ingegnere Salvatore Ligresti

Ancora riunioni fiume per il riassetto dell'intera galassia Fondiaria Sai che poterà fuori dal capitale la famiglia Ligresti. Summit che, con ogni probabilità, proseguiranno anche nella giornata di oggi. C'è chi auspica che i vertici delle prossime ore possano rivelarsi conclusivi ma in molti credono che ci vorrà ancora qualche giorno. L'obiettivo resta comunque quello di chiudere un'intesa di massima entro la settimana. Lo stesso amministratore delegato di FonSai, Emanuele Erbetta, presente in Banca Leonardo al fianco della famiglia Ligresti, ha fatto capire che i contatti proseguiranno già oggi in mattinata. Il primo obiettivo, sul quale si è lavorato ieri, è stato trovare una formula che agevoli l'uscita dei Ligresti da Premafin permettendo che il castello di cassaforti costruito a monte, in particolare quelle in capo a Salvatore Ligresti, riemergano dalla crisi. L'accordo è vicino ma mancherebbero alcuni dettagli.

Sul tavolo l'ipotesi che continua a prevalere è l'opzione Unipol che prevede la liquidazione da Premafin della famiglia e quindi un'integrazione industriale con Fondiaria, mentre l'offerta di Clessidra resterebbe sullo sfondo. Claudio Sposito, patron del fondo, ieri ha partecipato alle riunioni in Banca Leonardo e all'uscita si è limitato a commentare che «per il momento, la proposta di Clessidra è alternativa» al piano Unipol. Non è escluso, tuttavia, che nel proseguio dei contatti Sposito possa ritagliarsi un ruolo nell'operazione Unipol-FonSai. Evidentemente l'opzione, allo stato, è tutta da valutare, considerato che il progetto è certamente più complesso rispetto a quanto messo sul piatto da Sposito, resosi disponibile a sottoscrivere un aumento di capitale fino a 250 milioni in Premafin per sostenere poi a cascata l'iniezione di liquidità in FonSai.

Diversamente, il progetto industriale oltre a prevedere fino a tre aumenti di capitale dovrebbe poi concludersi con un'integrazione a tre i cui concambi sono ancora da definire nel dettaglio ma rappresenterebbero la chiave di volta per stabilire l'assetto di controllo del nuovo aggregato. Al momento, vista la necessità di stringere i tempi, considerata l'imminente scadenza su FonSai, che ha convocato per il prossimo 27 gennaio un consiglio cruciale sulle tappe del futuro aumento di capitale da 750 milioni, il progetto è stato delineato solo a grandi linee.

Così come si sta iniziando a stabilire anche i principi per la sistemazione delle pendenze a monte della catena di controllo, ossia il debito di Imco e Sinergia. Ieri, sempre in Banca Leonardo, si è tenuto il primo summit tra l'advisor delle banche creditrici, Lazard, alcuni esponenti degli istituti e i consulenti di Leonardo & co per discutere del delicato dossier immobili. Proprio attorno al mattone dovrebbe ruotare la liquidazione in bonis delle holding dell'Ingegnere. L'incontro di ieri è stato di fatto interlocutorio ma è servito per gettare le basi tecniche dell'accordo. L'idea attorno alla quale si sta lavorando è quella di far confluire in un fondo immobiliare tutti gli asset e i debiti legati, in modo che le banche possano ritagliarsi delle quote del veicolo, per rivalersi poi sulla valorizzazione degli asset. I nomi allo studio sono quelli di Hines e IDea Fimit anche se ieri ha fatto visita in Banca Leonardo anche Carlo Puri Negri, appena entrato nella sgr immobiliare di Sator, a sua volta candidato assieme a 21 Investimenti per il dossier FonSai.

266 milioni - La capitalizzazione di FonSai
Il gruppo Fondiaria-Sai, che ha chiuso il 2011 con una perdita di circa 900 milioni di euro, ha alle spalle mesi di tracolli di Borsa. Dopo un aumento di capitale effettuato a giugno e uno annunciato a dicembre (750 milioni), la società capitalizza solo 266 milioni

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